Torino, 29 giu — Fine pena mai per Mohssine Azhar il 33enne marocchino che uccise, lanciandola dal quarto piano di un palazzo, la piccola Fatima Skika, di appena tre anni. La corte d’assise di Torino ha condannato l’immigrato all’ergastolo per l’omicidio volontario della bimba, figlia della compagna, che morì il 14 gennaio 2022 in seguito ai gravissimi traumi riportati. È stata quindi accolta la richiesta di pena formulata dal pm Valentina Sellaroli.
Ergastolo per Mohssine Azhar, lanciò la piccola Fatima dal quarto piano
Fino all’ultimo, alcuni istanti prima che la corte si riunisse in camera di consiglio, l’avvocato Alessandro Sena, legale di Azhar, aveva sostenuto la tesi dell’imputato, ovvero che non si fosse trattato di omicidio ma di un incidente causato da un tragico gioco: l’uomo aveva raccontato di aver giocato al «vola vola» lanciandola in aria Fatima e riprendendola, ma poi avrebbe perso il controllo e la bimba sarebbe precipitata sull’asfalto. «E’ colpa mia. Mi è scivolata dalle mani». Dalle ricostruzioni della squadra mobile, dei periti e dalle immagini del video era invece emerso che la piccola era stata lanciata di proposito. Sena ha sottolineato che l’imputato voleva bene alla bambina.
Il litigio
Azhar si trova in carcere dal giorno del decesso di Fatima. L’immigrato era accusato di aver lanciato deliberatamente la bimba per punire la compagna, al termine dell’ennesimo litigio in cui quest’ultima lo aveva ripreso perché era sempre ubriaco e drogato e perché la mattina precedente era stato condannato a otto mesi di reclusione.
E se inizialmente la madre di Fatima aveva confermato la versione dell’ex marito, a quattro giorni dalla tragedia, era uscita dalla cortina di silenzio per ritrattare a sfavore del marocchino. «Avevamo litigato, l’ha gettata di sotto perché era arrabbiato». «Ero anch’io di sopra. Una prima volta lui ha preso la bambina e l’ha buttata per terra, sul pavimento. Lui era molto alterato. Poi l’ha presa in braccio un amico di lui, me la stava portando. Lui si è messo in mezzo e l’ha buttata di sotto». Mohssine, quella sera, aveva bevuto vodka e fumato hashish, ma nega di avere perso lucidità.
Il video che ha incastrato Azhar
Nelle indagini il video ha costituito un elemento di prova fondamentale, perché ha permesso alla scientifica di ricostruire la dinamica del volo mediante una tecnica laser di riconoscimento delle traiettorie. Gli esperti, dopo aver annotato l’altezza del ballatoio, la distanza del muro dal punto di caduta di Fatima, le altezze della piccola e del marocchino e di altri punti di riferimento, avevano ipotizzato diversi scenari, di cui solo due sarebbero compatibili con la traiettoria compiuta dalla bambina: in entrambi Fatima sarebbe stata spinta, o lanciata, fuori dalla ringhiera.
Cristina Gauri
1 commento
Una punizione ridicola come al solito.
La pena giusta sarebbe un’immediata visita medica approfondita. È in salute? Utilizzare immediatamente il maggior numero di organi possibile, per salvare le vite delle brave persone che aspettano un trapianto e che a volte muoiono per la mancanza di un tale organo. Un’altro a vivere a vita a spese del contribuente…