Roma, 11 ott – Con la radicalizzazione del conflitto tra Russia e mondo occidentale, fenomeno che sembrerebbe accanirsi e raggiungere livelli superiori in queste settimane, il Cremlino, con sempre maggior enfasi cerca di ergere barriere apparenti tra due fantomatiche visioni del mondo, dipingendole come se fossero diametralmente opposte e irraggiungibili tra loro. Putin non si è mai trattenuto dal criticare pubblicamente le varie distorsioni della ragione liberaldemocratica che imperversano nel cosiddetto Occidente e che ormai impregnano le menti dei cosiddetti “popoli liberi”, i quali in realtà tanto liberi non sono.
Il gruppo Meta tra gli estremisti e terroristi
La Russia ha aggiunto Meta, la società madre di Facebook e Instagram nella lista delle organizzazioni estremiste e terroristiche. A riferirlo è Rosfinmonitoring, il servizio federale di monitoraggio finanziario russo. La designazione di organizzazione terroristica implica che tutti i servizi forniti da Meta, inclusi WhatsApp e Instagram, saranno interrotti e i russi non avranno accesso a queste piattaforme, secondo la società di informazione Interfax. A marzo, un’agenzia di regolamentazione tecnologica russa aveva bloccato l’accesso a Facebook accusandolo di “discriminazione”. Anche Vesna, il movimento russo contro la guerra, è stato inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche. Molto spesso queste piattaforme sono state paragonate a dei veri e propri strumenti di una determinata azienda per propagandare un’ideologia funzionale ad un sistema, dei megafoni intrisi di politicamente corretto, progressismo e consumismo.
Il ruolo dei social nella società contemporanea
Il fatto che i vari social network, soprattutto quelli del gruppo Meta, siano portatori di istanze legate ad un’ideologia ben precisa e che abbiano lo scopo, tra gli altri, di cercare di influenzare gli utenti sulle loro scelte di mercato e di pensiero, è molto più che una mera ipotesi. I media rappresentano, nel mondo contemporaneo, il veicolo principale per portare avanti la credenza che il sistema capitalistico e liberaldemocratico sia inscritto naturalmente nella storia, assegnando arbitrariamente un valore prescrittivo e normativo a queste istanze. Difficile è dire che la reazione russa sia un tentativo di contrattacco ideologico invece che una semplice ripicca legata alle contingenze del momento.
Andrea Grieco