Roma, 25 ottobre – In una circolare del Dipartimento scuola del Comune di Roma apparsa oggi ma datata al 20 ottobre, la giunta Gualtieri da il via libera a corsi di formazione obbligatori per insegnanti che riguardano niente meno che la “de-costruzione degli stereotipi di genere“.
Gualtieri il de-costruttore di Roma
Poco importa se la Capitale vive in condizioni drammatiche la viabilità, i trasporti e la sicurezza: il sindaco Gualtieri ci riprova ad infilare dentro le scuole – questa volta asili nido – i programmi che dietro una patina di “rispetto della diversità” celano la solita colonizzazione ideologica che vuole negare le diversità biologiche per un indistinto e grigio non si sa cosa. In pratica i maestri verranno formattati secondo gli stereotipi del gender, con lo scopo di trasmetterli ad ignari bambini, proprio dentro le scuole inferiori. Il corso – il primo tenutosi già il 9 maggio – è stato seguito in presenza e on line da molti maestri degli asili e dei nidi della Capitale, basti pensare che il video su YouTube (con link privato) ha totalizzato oltre 13mila visualizzazioni. Le relatrici erano tutte di area “trans-femminista”, il che la dice lunga sugli obiettivi politici di questa operazione. Sulla questione è intervenuta Maria Chiara Iannarelli, consigliera alla Regione Lazio per Fratelli d’Italia: “Nelle scuole va insegnato sempre il rispetto. Ma questo rispetto non può contenere il rischio di favorire condizionamenti sui bambini” con il rischio, ha aggiunto, che per decostruire i presunti stereotipi di genere, “non si identifichino più nei dati biologici maschile e femminile”.
Obbligo di gender
Il corso ora è stato rinnovato ed è stato reso obbligatorio nel nuovo Piano di aggiornamento 2023/2026 per educatori e insegnanti. Duro il commento di Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus: “è ora di dire basta a tutta questa vergogna. Se Gualtieri e la sua amministrazione vogliono fare battaglie ideologiche e politiche le facciano all’interno delle sedi di partito, non di certo nelle classi e tra i banchi dei nostri figli più piccoli! Protesteremo, alzeremo le barricate, faremo sentire la nostra presenza e la nostra voce e invitiamo tutti i genitori a vigilare sull’operato degli insegnanti e pretendere il consenso informato per qualsiasi attività, affinché questo indottrinamento non entri nelle classi”.
Sergio Filacchioni