Roma 9 mar – Una vita al massimo e una vita spezzata, frammenti di storie nere come la notte che li ha coperti, frammenti di una realtà che di giorno si cela dietro le lenti scure degli occhiali da sole, serrate sulle occhiaie di chi vive la città mentre la città dorme e che spesso fanno da contorno a occhi rossi, color sangue.
Si sta scavando attorno alla triste e macabra vicenda del festino a base di coca che ha accompagnato il massacro del giovane Luca Varani a Roma, emergono ora i retroscena di quello che gli investigatori chiamerebbero “l’ambiente” in cui la vittima, ma sopratutto i carnefici, si muovevano, ma questa nuove luci sul caso non fanno altro che allungare le ombre della vergogna e dell’assurdo su questo “circo della notte” fatto di figli di papà che, a detta dei loro padri “hanno tutto” , ma vogliono sempre di più e a volte vogliono anche la vita.
Sulla ricostruzione di come si sia svolta la nottata omicida continuano a rincorrersi dichiarazioni e versioni differenti che ora pero vertono su pochi e fermi fattori principali: la droga, l’omosessualità e quelle “avances” non ricambiate che fanno scattare il raptus, e l’attore principale del fatto, il “killer per gioco” Marco Prato. Un vero e proprio “re della notte” romana con un giro di eventi così ben avviato che neanche l’aperitivo del giorno dopo l’omicidio gli salta, anzi fa il pienone. Un giro fatto anche di serate nei locali notturni dove, sopratutto a Roma tutta la “meglio gioventù” capitolina si incontra, si mischia, si fonde. Ci sono i locali della bella gente e quelli della gente meno bella e può capitare che a un Marco Prato la serata venga rovinata da presenze indesiderate nei locali dove anima la festa. È questo il caso, successo un anno fa in uno dei locali del giro alternativo e un po’ gay-friendly di Marco Prato, che aveva lanciato un’accorata denuncia via facebook contro quello che lui definiva un’imperdonabile atteggiamento “omofobico”. In realtà sembra si sia trattato, semplicemente, di una incomprensione tra un/una cliente del locale e membri del personale su cui però il Prato cuce tutta una sua crociata di dignità (dopo essersi curato di affossare pubblicamente il locale rivale).
I protagonisti della bagarre sarebbero stati un “personaggio eccentrico, una signora trans ex attrice di Ozpetek”, dalle parole di Prato, sua amica e cliente, ed il personale del locale che secondo il killer sarebbe addirittura “colluso con CasaPound”, movimento di cui dice: “ho i brividi solo a pronunciarlo”. La discussione sul social si era animata e da subito si erano formate le bande virtuali che si erano date battaglia a colpi di like e assist virili: “Chi ha voglia di occhi neri?” si legge nel botta e risposta, ma Marco Prato stavolta aveva smorzato “tranquillo, niente mani”. La cosa che è scioccante è pero la conclusione del suo “post” anti-omofobo di denuncia (il tutto, alla fin fine, nato perché rimbalzato davanti al locale!) in cui Marco Prato supera se stesso e lancia il suo testamento ideologico al mondo dicendo che “non sono abituato a straparlare o a farlo a vanvera, tantomeno mi ritengo incline alla mitomania o all’illazione, semmai, sono un chiassoso, ma solo perché emotivo e molto legato al mio unico grande amore: quello per la verità“.
La verità. Ma anche la cocaina, le feste, l’impunità e la “bellagente”. Era il nove febbraio 2015. Poco più di un anno dopo avrebbe invitato Luca Varani alla sua “ultima cena” e dopo il festino gay-friendly lo avrebbe torturato, sgozzato e ucciso con un complice. “Per gioco“, in verità.
Alberto Palladino
25 comments
Stanno già tirando fuori l’incapacità di intendere e di volere, nonchè il fatto che lui “voglia” diventare donna, classica scusa angolosassone per deresponsabilizzarsi dal punto di vista legale.
Esponente tipico di modaiolo gay-bisessuale strafatto cosi’ di moda presso certi consessi giovanili ..e dire che per questi ambientini il nostro Parlamento c’ha perso pure un anno per la manfrina del matrimonio gay…
Certi articoli li trovo veramente squallidi.
Sfruttare la morte di un ragazzo per poter finalmente dare voce alla propria omofobia. Cosa importa in questo caso se il killer fosse gay? non mi pare che la stessa precisazione venga fatta quando i maschi eterosessuali torturano le loro donne e ahimè di casi ne abbiamo avuti tanti.
Tra l’altro un giornalista dovrebbe almeno degnarsi di scrivere la verità.
Il ragazzino non è stato ucciso perché avrebbe rifiutato delle avances, è la prima volta che lo leggo e mi piacerebbe capire dove abbiate ricevuto quest’informazione.
PIANTATELA di sfruttare un evento così tragico, una morte così orrenda e rispettate chi non c’è più!
invece tu eri presente per esser certa che non sia andata così, immagino…
per il resto, il fatto che il killer fosse gay è bene sottolinearlo, così come viene regolarmente sottolineato l’orientamento politico (sempre generalizzando) nei casi in cui a commettere reato sia stato un “nazzzifassista”.
ma solo per par condicio.
Non si dice solo che è gay, ma che è maturato in certi ambienti dove il chemsex è di moda e chi conosce quel mondo anche di striscio sa bene che non è un’invenzione dei media. Nessuno ce l’ha con lo sfortunato che ci ha lasciato le penne – qualunque sia stata la dinamica – ma con due animali che rappresentano al meglio lo stereotipo di quanto certi ambienti omosessualisti tendono a mettere sotto al tappeto ma che ci sono e non si limitano a qualche darkroom nascosta.
Già, è vero. Certi articoli sono squallidi, soprattutto perché dicono cose che non dovrebbero essere dette, e scoprono verminaie che a molti da fastidio vengano messe sotto “i riflettori”.
Molto meglio non dire nulla (e quindi non sapere) e continuare ad illudersi di vivere nel mondo delle Fatine, dove tutti sono buoni e si vogliono bene…
frocio o meno, criminale è chi è contrario alla pena di morte per questi subumani. se uno vuole lasciare in vita queste persone in nome dei “diritti umani” deve essere considerato alla pari di colluso.
andrebbe scolpita nella pietra
Per capirci http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/03/09/omicidio-varani-vi-racconto-che-cosa-avviene-nei-chemsex-party/491687/
Cara Giovanna, voi femministe appena un uomo uccide una donna saltate come avvoltoie e criminalizzate subito gli uomini, e date sfogo al proprio livore misandrico, campagne sui media compiacenti, proposte di rieducare gli uomini. Per voi già solo un uomo che guarda la minigonna in strada è un apologeta dello stupro.
Che questo caso di cronaca venga coinvolti due gay, per voi cade la bella favola che i gay sono persone “dolci” “sensibili”, vittime sempre e comunque, in cui noi dobbiamo sempre “tollerarli” ovvero accettare le loro miserie.
Si dimostra che tanti di loro in realtà sono personaggi lugubri e osceni, e che talvolta possono arrivare nel profondo orrido umano.
Saluti, cara Giovanna
W casa pound abbasso chi uccide come questo essere ignobile e senza valori che sia gay o non so poco m importa basta che stia in galera per 30 anni almeno
i Figli di Papa’ sono vizziati , e si meritano la stessa fine Bambini …….
Le droghe, anche quelle leggere fra cui annovero l’alcol, hanno il potere di togliere i freni inibitori della mente ovvero lasciarla nuda, spoglia delle convinzioni morali su bene e male che ci siamo fatti. Lasciata così, essa ci rivela chi siamo veramente. Come alla Seconda porta dell’Oracolo del Sud della Storia infinita, ci sono i buoni che si scoprono malvagi, i coraggiosi che si scoprono pavidi, e via dicendo. Siamo quasi tutti perlopiù maschere. Te lo credo che adesso sto qui, senza negare le sue responsabilità, sia traumatizzato: non solo per quello che ha fatto, ma anche per quello che è, che gli ha permesso di fare tutto ciò. Quindi, piano con l’odio ragazzi. Questa è veramente una situazione diabolica… e l’odio non serve a nulla, oltre a rovinarvi i cuori.
Guarda, per quanto mi riguarda, l’ odio non mi rovina affatto il cuore.
L’ Odio, e la Rabbia che lo accompagna, sono anzi l’ unica difesa di cui ancora personalmente dispongo, per contrapporre il mio spirito e me stesso a questa situazione sociale rovesciata, ed obbrobriosa.
Come si diceva una volta, l’ Odio rende furibondi e di conseguenza, disponibili a combattere ed a lottare.
Anche perché sono sinceramente convinto che l’ unico vero modo per contrapporsi al “male”, e combatterlo, sia essere capaci di odiare il male, odiare le mille tentazioni che esso ci sottopone cercando di fare leva sulle nostre debolezze : come alcool, e droghe.
Puoi combattere senza odiare, ovvero per necessità. L’odio è il vizio che ti porta a combattere anche senza necessità. Aver pena anche del peggiore criminale non significa giustificarlo.
Se uno dei due si è costituito il giorno dopo e l’altro ha tentato il suicidio ingerendo un’overdose di farmaci, significa che è successo proprio quello che ho detto prima: mente nuda e cruda, che s’è comportata istintualmente e secondo il proprio vero carattere. Hanno scoperto di essere malvagi. E non è una bella cosa, a meno che non sei un posseduto cristallino.
D’altronde, questa tragedia è successa per pura idiozia: volevano provare che effetto fa ammazzare uno. Uno a caso, un innocente. Che effetto vuoi che gli faccia? Allora proviamo qualsiasi cosa, con chi capita. Questo è sintomo di stupidità profonda, e le doti nessuno se le dà. Altrimenti ce le saremmo già date da mo e vivremo senza contrasti perché sapremmo consapevoli di cosa è assolutamente giusto.
E sono pochi a sapere dei propri limiti. Può capitare a chiunque di fare del male, improvvisamente. Ho conosciuto persone che l’hanno fatto, e ti posso assicurare che sono ancora lì a chiedersi perché l’abbiano fatto, nel senso che non sanno proprio darsi una ragione di causa. E a volte non c’è bisogno neppure di droghe.
Se riesci a vedere che tutte questo non sono altro che debolezze enormi, che covano sotto le facce e gli atteggiamenti delle persone, odierai di meno. Ciò non toglie nulla al combattimento. Lo rende solo più vero.
Guardi, io invece come dicevo prima, accetto pienamente l’ Odio, in quanto sentimento puramente umano (fa parte integrante delle nostre emozioni) e non lo rifiuto; insisto anzi, nel dire che serve a catalizzare la rabbia che ci serve.
Concordo pienamente con lei, comunque, nell’ affermare che quanto accaduto è veramente pura idiozia, e tutto il resto.
I difensori d’ufficio di qualsiasi categoria “discriminata” non perdono l’occasione, anche qui purtoppo, di innalzare un velo di difesa per un crimine così efferato che difficilmente può essere giustificato. Quindi quando i poveri gay uccidono barbaramente, come nel nostro caso,i rifugiati clandestini in attesa di essere regolarizzati ( vedi i fatti di Colonia ) stuprano e rubano, i rom investono ed uccidono poveri passanti per la strada e sono soggetti attivi del reato c’è sempre qualche imbecille pronto ricordarci che i “poverini” bisogna in qualche modo proteggerli anche quando diventano protagonisti in cronaca. Se fai parte di queste categorie sei buono e discriminato senza condizioni, non puoi assolutamente neanche assolvere il diritto di cronaca. La vittima del reato,quindi, diventa il capro espiatorio della presunta mancata omologazione da parte del mondo dei discriminator; tutto ciò per instillare un senso di colpa nei nostri confronti. Veramente una cosa pazzesca e diabolica.
Pienamente d’ accordo con lei. Non se ne può più.
Se per caso si riferisce a me, legga sopra. Non sto giustificando nessuno. Ho solo detto che l’odio non serve a nulla. E non odiare non significa automaticamente amare, o perdonare. Io di questi due ho una profonda pena, perché sostanzialmente sono due poveri stronzi che non sanno reggersi umanamente sulle loro gambe. Gli toccherà stare in galera per questo.
No, il commento è rivolto alla sedicente Giovanna.
inquanto io ex agente di polizia pen. spero tanto che ti facciano il culo in carcere ..criminale assassino rifiuto del sacrale del dio nostro signore
Ha ragione caro Giancarlo, il Parlamento e i media hanno perso tempo per andare incontro alle “esigenze” di questi imbecilli.
Lo chiamano progresso e evoluzione.
perchè non scrivete anche “killer romanista”? così tanto per generalizzare un altro po’…
Se lo scrivessimo, passerebbe in secondo piano il fatto che erano strafatti di droga, non crede?
Certo che voi, “Anime Belle”, non vi smentite mai…
non mi sembra si sia generalizzato. anzi! mi sembra che del personaggio ne sia venuto un quadro abbastanza preciso. Di buona famiglia, acculturato, frequentatore di locali di tendenza frequentati dall’ alta borghesia romana, gay , profondamente antifascista, fruitore di droghe, amante di esperienze trasgressive, assassino a sangue freddo e …romanista(?).Manca la band preferita ed il gruppo sanguigno.