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L’istruzione è la vittima eccellente della pandemia

by Tommaso Alessandro De Filippo
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Roma, 19 dic – Si è dibattuto in numerose occasioni sull’efficacia delle limitazioni imposte al mondo dell’istruzione dal principio dell’emergenza pandemica ad oggi. Una miriade di provvedimenti altalenanti, confusi e spesso immotivati che hanno di fatto obbligato studenti di ogni età a saltare due anni di studio. La Dad non ha infatti mai potuto sostituire adeguatamente il contesto sociale tramite cui l’istruzione dona il proprio apporto, soprattutto ai più giovani.

L’istruzione sacrificata sull’altare dell’emergenza

Siamo dinanzi alla necessità di denunciare come l’importanza della formazione tra i banchi delle aule sia ancora trascurata dalla disorganizzazione dell’esecutivo. La scuola non rappresenta esclusivamente un contenitore di conoscenze derivanti dai libri di testo. Anzi, possiamo intendere quella sapienza come una semplice parte del percorso d’istruzione, ben distinta dalle restanti opportunità. Il fattore fondamentale venuto totalmente o quasi a mancare durante l’emergenza è rappresentato dalle opportunità di crescita umana derivanti dall’ambiente. E’ li che è contenuta l’essenza della formazione, spesso sottovalutata dalla superficialità degli osservatori.

Leggi anche: Uno studio di Harvard boccia la Dad: “Non fa diminuire i contagi”

Una leggerezza che ha certo avallato e fortificato il fronte di coloro che, spesso in nome delle proprie ansie, hanno invocato la perenne chiusura degli istituti. Problematica alleviatasi con l’inizio dell’attuale anno scolastico ma non ancora esauritasi. In migliaia di istituti si è infatti scelto di ricorrere nuovamente alla Dad per colpa dell’avvento di focolai. Inoltre, pur potendo tornare in presenza nelle aule, non sono certo concesse le relazioni umane che hanno contraddistinto l’universo scolastico nel corso dei decenni. L’utilizzo di mascherine, distanziamento e rigidità comportamentale ha precluso molteplici aspetti del mondo dell’istruzione, segnando il percorso di vita di una generazione. Non è certo probabile che si ritorni presto alla normalità usuale del contesto, motivazione che preoccupa in vista dei prossimi decenni quando gli attuali studenti saranno chiamati a rappresentare la nuova classe dirigente della nostra nazione.

Tommaso Alessandro De Filippo

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1 commento

fabio crociato 19 Dicembre 2021 - 8:12

Due piccioni con una sino-fava capitata ad hoc… scuola e santità pubbliche a scatafascio da un pezzo, oggi per sempre !

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