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In Romagna arriva Pink Fluid, la notte Ros(s)a in salsa progressista

by Valerio Savioli
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pink fluid. romagna

Rimini, 8 lug – C’è chi l’ha rinominata “Il capodanno dell’estate”, c’è chi la considera un’anticipazione del Ferragosto, un vero e proprio festival colorato al quale non mancare, c’è chi fiuta affari d’oro e c’è invece chi la considera un’iniziativa che ha fatto il suo tempo, difficile da gestire, una manifestazione mediaticamente pompata oltremodo ma che sacrifica la qualità sul sempreverde altare della quantità. Stiamo parlando della Notte Rosa (ora Pink Fluid), un evento nato nel 2006, grazie all’inventiva creativa e iper-progressista dell’allora assessore al turismo Andrea Gnassi, colui che, in quota PD, poi governerà Rimini per due mandati consecutivi e oggi siede sugli scranni di Montecitorio. 

La Notte Rosa fu pensata e realizzata come un pacchetto completo di eventi, iniziative, fuochi d’artificio e concerti dal vivo sotto un’unica bandiera cromatica che correva per tutti i centotrentacinque chilometri della Riviera: da Cattolica fino ai Lidi Ferraresi. 

Purtroppo, nonostante i buoni risultati delle primissime edizioni l’evento che ricalcava palesemente le celebri Notti Bianche sanpietroburghesi, si è ritrovato presto invischiato in una riedizione sbilenca del Mardì Gras in cui le comunanze con il Carnevale di New Orleans sono sia climatiche che… cromatiche. E non parliamo necessariamente del rosa, cresce infatti il timore per le cosiddette baby gang.

Dispiegamento di forze dell’ordine

La Notte Rosa è infatti un evento che richiede un dispiegamento di forze dell’ordine che possa essere capace di far fronte a un flusso turistico che in un fine settimana riesce a superare anche le due milioni di presenze. Due giorni e mezzo in cui tutto il sistema Riviera viene messo sotto fortissima pressione ma che, nonostante questo, finora si è dimostrato in grado di far fronte anche a numeri così elevati. Va inoltre specificato che sebbene le edizioni più vivaci abbiano garantito affari d’oro, soprattutto per bar, piadinerie e hotel economici, queste abbiano lasciato al tempo stesso in dote alla Riviera uno scenario che potrebbe tranquillamente evocare il post – Woodstock.

Comunicazione, politica e cultura

Come ogni grande iniziativa che si rispetti anche la Notte Rosa è supportata da un coordinamento comunicativo di alto livello d’impatto, corredato da slogan efficaci capaci di imprimersi nella memoria: si è passati dai Pink Positive, al Capodanno dell’estate, ai vari richiami grafici magici felliniani come AsaNIsiMAsa, alle evocazioni oniriche Il Sogno è qui, ai richiami musicali prog-psichedelici The Pink Side of the Moon, alle solite immancabili esortazioni narcisistiche ed effimere in crasi creative e salsa esperanto: I’m possible: solo qui tutto è possibile, Romagna Together, Pink Your Life, per accodarsi, in epoca pandemica, a una storpiata versione dello slogan totalitario #andràtuttobene: Finalmente un sorriso, per poi rimpiombare nella spensieratezza volutamente inconsapevole, docile e mansueta dell’ #èandatotuttobene: Pink & Love.

Inseguire le mode. Essere la moda

La Riviera ha vissuto anni in cui fu capace di lanciare tendenze – sebbene meramente estetiche -, erano gli anni del boom, i favolosi Sessanta e Settanta, un paese fiducioso, una Nazione rampante, ma la massificazione e l’avvento stabile di una vera e propria industria del turismo, grazie all’importante concentrazione di ricchezza capace di condizionare anche le dinamiche politiche locali, ha fatto sì che, nella regione più rossa d’Italia, si fondessero, in una perfetta replica di quella che Sahra Wagenknecht in un suo recente saggio ha definito “sinistra neoliberale”, gli interessi economici summenzionati e quelli politici di un partito in cui l’ortodossia sinistra, sebbene qualitativamente presente, abbia ceduto il passo al progressismo e al globalismo, aspetti di cui la Schlein è solo uno sbiadito titolo di coda sebbene un’interessante operazione di marketing politico rivolta soprattutto ai più giovani.

Il sistema si avvale dei suoi addetti (e adepti) migliori, quelli oggettivamente più capaci, per consolidarsi e perpetrarsi e la Notte Rosa non può fare eccezione; così in piena fase di accelerazione progressista anche la crème del progressismo italiano ci ricorda quali siano le sue coordinate principali intitolando l’edizione 2023: Pink Fluid. Al posto di comando ritroviamo Claudio Cecchetto, il noto talent scout e fondatore di Radio Deejay pare aver messo da parte le velleità politiche e dopo le delusioni elettorali di Misano Adriatico e Riccione ora è direttore artistico della Notte Rosa.

Pink Fluid: sinistra neoliberale all’opera

Di primo acchito il richiamo al celebre gruppo inglese dei Pink Floyd è quello che balza subito all’occhio ma, come abbiamo scritto poco sopra, il tributo a Waters e Gilmour fu già lo slogan di qualche edizione fa. Il solo pensare a un’operazione più smaccatamente politica ha fatto sì che, al momento del lancio comunicativo di qualche mese fa, arrivassero le prime critiche (Le più decise provengono dal consigliere regionale Matteo Montevecchi, anche in prima linea per un altro esempio di fluidità: il murales riminese con l’uomo che allatta), subito bollate dai progressisti locali come reazionarie e bigotte. 

C’è da dire che è proprio il sito ufficiale dell’evento, però, a far intendere quanto di politico ci sia: “La Notte Rosa compie 18 anni e diventa Pink Fluid. Un fortissimo messaggio di libertà e inclusione, di empatia e condivisione, capace di abbattere qualsiasi barriera e di abbracciare un territorio che si estende lungo 110 km di Riviera Adriatica, tra città, castelli e splendidi borghi dell’entroterra: una grande festa collettiva…” Mentre al celebre parco acquatico di Aquafan “un’opera d’arte celebra l’inclusività” con le parole del Resto del Carlino: “Lgbtq+, ovvero inclusività, oppure, usando lo slogan coniato da Aquafan: ‘Love is love’. Il parco riccionese ha deciso di celebrare l’amore e l’inclusività con una grande opera d’arte grande 200 metri quadrati. E lo farà in occasione della Notte Rosa, questo venerdì [oggi]. In collaborazione con Skills Comunicazione, negli spazi della storica Walky cup, street artist di fama internazionale di Technicalz Team hanno creato una nuova opera d’arte a terra, coloratissima. La creazione è caratterizzata da colori vivaci e immagini emblematiche che rappresentano la libertà, l’inclusione, l’amore e la sostenibilità” e ancora, con le dichiarazioni di Patrizia Leardini direttore di Costa Edutainment, il gruppo proprietario del parco tematico: “Aquafan è da sempre ambasciatore diretto e indiretto di tematiche come l’inclusività, la fluidità e la libertà creativa. Siamo nati per averle tutte dentro di noi. Non puoi non essere inclusivo se sei all’Aquafan. Aquafan ‘Love is Love’ sarà una giornata per affermare il diritto di essere se stessi, per diffondere la cultura della pluralità della bellezza e dell’essere”.

Eccole le paroline magiche tutte in ordine: inclusione – come se la Riviera Romagnola avesse mai, nella sua storia, escluso qualcuno…-, empatia, condivisione, sostenibilità, abbattimento delle barriere, festa collettiva. Parole e concetti che abbiamo imparato a conoscere in questi anni in cui il politicamente corretto e le sue deviate progenie che vanno dalla Cancel Culture e alla deriva Woke, hanno avvolto la nostra quotidianità e imposto un nuovo (e potenzialmente rivoluzionario) codice etico-linguistico. Dai padroni delle ferriere ai padroni del linguaggio, quel che conta è però fare festa e incassare, non disturbare i tanti piccoli manovratori e soprattutto non osare uscire dal perimetro inclusivo delle già menzionate paroline magiche, pena l’esclusione sociale, la riprovazione dei benpensanti e, in casi di recidiva, anche la perdita del lavoro.

D’altronde, ci dicono essere “un fortissimo messaggio di libertà”.

Valerio Savioli

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