Roma, 25 mag – Dall’inizio dell’anno sono sbarcati sulle coste italiane 13.766 immigrati irregolari. Un numero impressionante di per sé e ancor di più se confrontato ai dati dello stesso periodo 2020. Lo scorso anno erano stati infatti 4.724 i clandestini arrivati in Italia, dunque nei primi mesi del 2021 si registra un incremento quasi del 200%. Sbarchi triplicati e flussi continui, destinati oltretutto ad aumentare con la stagione estiva alle porte e quindi con il miglioramento progressivo delle condizioni meteorologiche. Fattore, quest’ultimo, che darà una triste mano ai trafficanti di esseri umani. Al contempo è piuttosto difficile immaginarsi il governo italiano intento a prendere le opportune contromisure, mentre emerge di nuovo il lassismo delle istituzioni europee. Ma vediamo nel dettaglio tutti i dati aggiornati dal ministero dell’Interno.
Le cifre aggiornate
Nei primi mesi del 2021 sono sbarcati 12.630 immigrati in Sicilia, 517 in Puglia, 314 in Sardegna, 273 in Calabria e 32 in Campania. Rapido confronto con la Spagna, altra nazione europea vicina alle coste africane: i dati Unhcr riportano l’arrivo di 9.689 immigrati. Mentre in Grecia sono sbarcate 2.889 persone e a Cipro 682. In totale, secondo l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, in mare sono morte 702 persone dall’inizio del 2021.
Da dove arrivano gli immigrati
La maggioranza dei clandestini sbarcati in Italia arriva dalle coste libiche (9.395). A seguire Tunisia (3.041), Turchia (836) e Algeria (314). Per quanto riguarda invece la nazionalità (dichiarata) degli immigrati, se prima la classifica era guidata dai tunisini (1.789) adesso al primo posto si trovano in bengalesi: 2.284. Al terzo posto gli ivoriani (1.329). Seguono gli egiziani: 837.
I mezzi utilizzati per arrivare in Italia
Sempre secondo quanto riportato dal ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno i clandestini sono arrivati con 283 mezzi navali. Per l’esattezza: 70 barconi, 77 unità da diporto, 72 gommoni, 22 pescherecci, 17 barche a vela e altre 22 imbarcazioni non classificate.
In ogni caso a preoccupare, e non poco, è più che altro l’impennata di arrivi registrata quest’anno anche raffrontata a quella verificatasi lo scorso anno. Come già evidenziato a gennaio su questo giornale, il 2020 aveva visto l’arrivo di 34.154 immigrati, il triplo rispetto al 2019.
Eugenio Palazzini