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Immigrazione, così il business della finta accoglienza punta a un 2023 da record

by Emanuela Volcan
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Trapani, 3 gen – I freddi dati di fine anno sono sempre più impietosi. Da quelli relativi alla criminalità sul territorio nazionale che ci riportano una propensione abbastanza evidente degli stranieri a delinquere, e di alcune nazionalità in special modo (Algeria, Tunisia e Nigeria su tutte), a cui si legano a doppio filo, e non potrebbe essere altrimenti, quelli relativi agli sbarchi di clandestini.

Il business della finta accoglienza

Come noto rispetto al 2021, che era comunque stato annus horribilis, nel 2022 gli arrivi sono aumentati del 50% e oltre, con nuove rotte sperimentate soprattutto dai barchini degli scafisti. Una su tutte quella dalla Tunisia a Pantelleria che ha visto nel 2022 quasi triplicati gli arrivi: 491 eventi di sbarco nella piccola isola per un totale di 5.518 stranieri. E se il buongiorno si vede dal mattino ecco la comparazione dei primi due giorni dall’anno: due gennaio 2021 zero; 2 gennaio 2022 arrivarono in 81; 2 gennaio 2023 siamo già a 616 (526 a capodanno e 90 ieri). Il business della finta accoglienza, ma del vero lucroso guadagno, si frega le mani e punta a un nuovo anno di incassi record.

Più volte vi abbiamo raccontato di quanti aspetti siano toccati da bandi, finanziamenti, fondi, etc., ma poco si parla invece delle difficoltà legate ai reati commesso, ai rimpatri degli avanzi di galera che Ong e scafisti ci scaricano, ai ricollocamenti e via discorrendo. Eppure sempre più spesso si verificano arresti legati a soggetti rispediti a casa e, come se nulla fosse, rientrati in Italia grazie alla florida attività degli scafisti.

I sei tunisini arrestati a Trapani

Proprio ieri è stato comunicato che agenti della Squadra Mobile della Questura di Trapani hanno tratto in arresto 6 uomini, tutti di nazionalità tunisina, alcuni rintracciati e soccorsi a largo delle coste trapanesi, e tutti destinatari di divieti di reingresso.

Sotto la consueta richiesta di aiuto in mare ma senza fornire documenti e generalità, ma solo alias, non è stato semplice risalire alle identità che una volta accertate hanno fatto scattare per alcuni di loro il trattenimento presso il locale CPR, in attesa dell’esecuzione dei provvedimenti di espulsione. Uno dei sei immigrati è stato tratto in arresto anche in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso a seguito della condanna per il delitto di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Anno nuovo, stessa solfa.

Emanuela Volcan

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