Roma, 17 mag – Rende più della droga, disse Buzzi. Ora un rapporto di Europol e Interpol prova a quantificare quanto rende il business dell’invasione: si parla, nel 2015, di guadagni tra 5 e 6 miliardi di dollari, cosa che lo rende “tra le attività più lucrative per la criminalità organizzata”. Si tratta di una vera e propria multinazionale del crimine, visto che coinvolge sospetti originari di oltre cento Paesi, con una struttura formata da una serie di capi che coordinano le attività lungo le rotte migratorie, organizzatori a livello locale e “facilitatori” di basso livello.
Il rapporto spiega pudicamente che non è dimostrato alcun legame sistematico tra il terrorismo e la migrazione (che significa “legame sistematico”? Che ogni immigrato è un terrorista? E chi l’ha mai sostenuto?), anche se si ammette un rischio sempre maggiore che gli estremisti possano utilizzare il flusso migratorio per arrivare in Europa. Il rapporto parla di 800mila immigrati in attesa di partire verso l’Europa dalla Libia. E qualcuno sta già facendo i conti su quanto frutterà questo capitale umano. Secondo le due organizzazioni internazionali, “nel 2016 oltre il 90% dei migranti che cercano di entrare nell’Ue potrebbe fare ricorso a trafficanti appartenenti a una rete criminale”. Previsto anche un aumento della “criminalità coatta, perché i migranti potrebbero essere costretti ad attività criminali dai trafficanti”. Toh, chi l’avrebbe mai detto.
Roberto Derta