Roma, 20 set – Per giungere alla giusta conclusione, è sufficiente fare un semplice calcolo: dal 2015 a oggi, sono sbarcati sulle nostre coste 500mila immigrati. Di questi, solo 13mila sono stati ricollocati negli altri Stati membri dell’Unione europea. Risultato: l’Italia è stata truffata da Bruxelles. L’accordo sulla fantomatica redistribuzione, in pratica, era una colossale buffonata. Del resto, non ci voleva un genio per capirlo: bastava semplicemente non avere sugli occhi le proverbiali fette di prosciutto. E infatti, noi lo abbiamo sempre detto, salvo beccarci le ingiurie di prammatica: populisti, xenofobi, razzisti e via calunniando. Ora però, dopo una lunga sfilza di salamelecchi agli eurocrati di Strasburgo, anche Repubblica si è accorta dell’inganno.
Italia campo profughi d’Europa
Oggi il giornale fondato da Scalfari, quello che tifa «meticciato», se n’è infatti uscito con questo titolo: Sbarcati 500mila, ricollocati 13mila: ecco perché l’Italia è stata beffata. Alla buon’ora. Dopotutto, la matematica non è un’opinione. Anche nella redazione di Repubblica. Come spiega la giornalista Alessandra Ziniti, «mezzo milione di persone sbarcate negli ultimi cinque anni in Italia, 13.500 redistribuite in Europa, neanche 3 su 100. Nei tre anni di piano Ue di ricollocamenti (in teoria) obbligatori, dal 2015 al 2017, il periodo della vera emergenza in cui in Italia approdarono più di 450.000 migranti, siamo riusciti a redistribuirne appena 12.000».
Immigrati nel 2020, siamo già sopra i 20mila
Poi, com’è noto, c’è stato l’intermezzo gialloverde, con Matteo Salvini al Viminale. Ma questo la giornalista di Repubblica, chissà perché, non lo dice. Da ministro dell’Interno, il segretario della Lega ha ridotto sensibilmente l’afflusso di immigrati clandestini. Come ringraziamento per i servizi svolti, Salvini è stato ripagato con la mostrificazione mediatica e un bel processo per sequestro di persona. Fatto fuori il «tiranno», però, come per magia gli sbarchi di immigrati sono risaliti: nel 2020 gli arrivati hanno già superato quota 20mila unità (per la precisione 21.417), a fronte di soli 1.828 rimpatri. In pratica, se al Viminale avessimo messo un citofono al posto del ministro Lamorgese, non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Ora il governo Pd-M5S piange, ed è andato a chiedere aiuto alla Commissione Ue. La risposta dei solidali alleati europei? Ci sbilanciamo con un pronostico: una grande e sonora pernacchia.
Elena Sempione
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