Roma, 28 ott. – Non tutti i giudici sono uguali. E’ il caso del G.i.p. Alessandro Arturi del Tribunale di Roma, che ha letteralmente stracciato un provvedimento di DASPO emesso dalla Questura di Roma nei confronti di due tifosi della Roma, che avevano preso parte alla manifestazione di protesta contro le attuali limitazioni dello Stadio Olimpico. A tal proposito, decine di ragazzi sono stati denunciati e sottoposti a DASPO, per il solo fatto di aver partecipato alla manifestazione che si è tenuta all’esterno dello stadio, durante la partita Roma-Sassuolo.
In particolare, il G.i.p. non ha convalidato il richiamato provvedimento, non ritenendo sussistente la pericolosità dei due ragazzi per l’ordine pubblico. Al contrario, afferma il Dott. Arturi, “quelle connotazioni di marcata pericolosità per l’ordine pubblico, ingiustamente addebitate ad una pur estemporanea manifestazione di protesta, che, al di là di un corale e chiassoso atteggiamento oppositivo, non risulta essere mai trasmodata in iniziative potenzialmente lesive per l’incolumità dei presenti, fatta eccezione per il temporaneo fastidio prodotto dalle emissioni di fumo”.
Il giudice Arturi non è certo un novellino. Nel suo curriculum figura anche il “Processo Condor“, di cui era titolare negli anni’80. Un procedimento relativo ai desaparecidos cileni, svoltosi nell’aula bunker di Roma negli anni ’80. Numerosi anche i processi contro la criminalità organizzata a cui ha presieduto. Sicuramente una figura competente nell’ambito della Magistratura, che ha avuto il coraggio di prendere una posizione netta contro le assurde limitazioni imposte dalla Prefettura nei confronti delle due tifoserie romane.
Infatti, si legge in sentenza, che la perplessità verso il recente pacchetto di misure preventive è ormai dilagante “non soltanto dagli ambienti ultras, ma anche da consistenti settori della società civile, come pesantemente discriminatorio ed immotivatamente punitivo, specie nei confronti degli spettatori che si sono premuniti di abbonamento annuale”. Il dato certo che si può trarre da questa vicenda è l’esistenza di una categoria di magistrati non condizionata dai capricci della Prefettura e, sicuramente, un provvedimento del genere costituisce un precedente fondamentale contro i recenti e inutili abusi di potere ai danni dei tifosi delle due squadre capitoline.
Valerio Tamburini- Società degli Scudi