Roma, 27 gen – Arrestato a New York (e poi rilasciato) l’attore Shia LaBeouf, già protagonista di “Transformers”. Dal giorno della nomina di Donald Trump a presidente, LaBeouf ha dato vita a un’installazione permanente, che dovrebbe durare per i prossimi quattro anni, intitolata “He Will Not Divide Us” in cui una telecamera attiva 24 ore su 24 sarà a disposizione di chiunque voglia cantare la frase: “Lui non ci dividerà”.
Ieri, però, una persona gli si è avvicinata e ha gridato: “Hitler non ha fatto nulla di sbagliato”. LaBeouf, che è di madre ebrea, ha reagito aggredendo l’uomo. Diversi post sull’account Twitter di “HeWillNotDivideUs” hanno raccontato quello che stava accadendo, con annesso video in cui si vede il livestreaming della protesta e appare la scritta “Shia è stato arrestato dalla polizia di New York a causa di questo video #HeWillNotDivideUs #FreeShia”.
Questo è il quarto arresto per l’attore, nato nel 1986. Nel giugno 2014, l’attore venne arrestato durante una replica di Cabaret allo Studio 54 di Broadway. Durante il primo atto l’attore infastidì gli spettatori in sala fumando una sigaretta. Fu portato via in manette dal teatro e accusato di oltraggio al pubblico ufficiale. L’attore fu rilasciato su cauzione. Alcuni testimoni dichiararono di averlo visto, prima dello spettacolo, mentre correva con la maglietta strappata dietro ad un barbone. Nell’ottobre del 2015 lo statunitense venne arrestato ad Austin, in Texas, per “condotta molesta”. Secondo il portale giornalistico TMZ, LaBeouf, chiaramente ubriaco, avrebbe cercato di attraversare maldestramente la strada mentre il semaforo era rosso per i pedoni, correndo e gridando frasi sconnesse ad un gruppo di agenti della polizia che erano in zona e che non hanno potuto fare altro che fermarlo.
Nel frattempo sempre a New York centinaia di persone hanno marciato contro la politica anti-immigrati di Trump, che ieri ha annunciato l’avvio in pochi mesi della costruzione di un muro lungo il confine con il Messico . “Dillo a voce alta, dillo chiaramente: gli immigrati sono qui per restare”, cantavano i manifestanti riuniti nel pomeriggio a Manhattan.
Giuliano Lebelli