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Con la scusa del glifosato fanno a pezzi anche l’agricoltura italiana

by Giuliano Lebelli
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glifosatoRoma, 23 apr – C’è un pesticida nei nostri cibi? L’ennesimo allarme che, con la scusa del salutismo, promette di mettere in ginocchio un settore portante del made in Italy, riguarda il glifosato, elemento classificato dalla Iarc (Agenzia dell’Organizzazione mondiale della Sanità) come probabile cancerogeno, mentre l’Efsa, authority europea per la sicurezza alimentare, invece lo ha assolto. Analisi condotte da due laboratori, su iniziativa del mensile dei consumatori “Il Test-Salvagente”, hanno infatti rilevato in alcuni casi residui di glifosato, pur se inferiori ai limiti di legge, in corn flakes, fette biscottate, farine e paste. Ancor più allarmanti i test sulle acque: su 26 campioni provenienti da diverse città italiane, in due casi l’Ampa, un derivato del glifosato dagli effetti tossici, è risultato superiore ai limiti di legge.
Ma gli addetti ai lavori si difendono: “La presenza di tracce di glifosato nella misura trovata dalle analisi di Test- Salvagente non rappresenta alcun rischio per la salute. Le quantità rilevate sono così minime che non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità sanitarie neppure mangiando 200 kg di cibo al giorno”, ha precisato in una nota Aidepi, Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana. “Le autorità sanitarie – sottolinea Aidepi – rassicurano sull’assenza di rischi per la salute in caso di presenza di tracce di glifosato al di sotto dei limiti di legge, fissati in modo cautelativo a tutela della salute. Nel caso della pasta, nei pochi campioni in cui è stato trovato, si tratta di tracce davvero minime, quasi al limite della rilevabilità (al massimo 0,160mg/kg), molto al di sotto di tutti i limiti massimi di residuo stabiliti dalle norme europee per gli alimenti”.
“Con queste tracce – aggiunge Aidepi – e in relazione al livello massimo di assunzione giornaliera di glifosato per l’uomo fissato dall’EFSA in 0,5 mg/kg, per assumere quantità di glifosato che possano costituire un rischio per la salute si dovrebbero mangiare più di 200 kg di pasta al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno. Un consumo che non ha alcun riscontro nella realtà. Insomma le tracce riscontrate nella pasta sono così insignificanti che anche se mangiassimo tutti i giorni quasi 10 volte la pasta che consumiamo in un anno, saremmo ancora ben al di sotto dei limiti – cautelativi – fissati dalle norme europee”.

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