Firenze, 10 ott – La cooperativa del Forteto ormai è senza pace e non perde occasione per riempire le pagine di cronaca. E’ di ieri infatti la notizia che la catena di grande distribuzione Coop ha annunciato il ritiro dagli scaffali dei supermercati del prodotto gastronomico il “Girellone farcito” con le olive, proprio dell’azienda agricola mugellana.
Nel prodotto del Forteto, infatti, sarebbe presente un batterio molto pericoloso,
addirittura potenzialmente mortale, il ‘Listeria Monocytogen’, batterio potenzialmente mortale resistente anche alle basse temperature, come quelle del frigo, e che potrebbe provocare la morte nei neonati e negli adulti la meningite purulente, la setticemia e l’aborto nelle donne in gravidanza. Il lotto infetto è il n. 40115 con scadenza 14 0ttobre 2015 ed è stato distribuito nelle regioni del Lazio, della Campania, dell’Umbria e della Toscana.
Questo rischio potenziale di intossicazione di massa riporta così, a distanza di appena un mese, sotto le luci dei riflettori la cooperativa “Il Forteto” e l’omonima comunità, alla quale fa capo proprio la società cooperativa suddetta, dopo la raffica di condanne nel giudizio di primo grado per le ripetute e gravissime molestie perpetrate nei confronti di decine di minori che nell’arco di circa trenta anni erano stati tolti ai genitori ed affidati ai componenti della comunità.
I maltrattamenti: le condanne di giugno
Il capo di quest’ultima, Rodolfo Fiesoli, che con tutta l’immodestia possibile era uso farsi appellare dai propri seguaci come “il profeta”, ha subìto la condanna più grave a 17 anni seguito dal suo braccio destro, Luigi Goffredi, con 8 anni a cui si aggiungono altre 14 persone con pene variabili da 7 anni ad un anno per vari episodi di maltrattamento nei confronti dei piccoli ospiti della struttura. Ciò che stupisce è che nonostante le pesantissime accuse della relazione della Commissione d’inchiesta della Regione Toscana, confermate dalle condanne della Corte d’Assise di Firenze, il Ministero per lo Sviluppo Economico non abbia ritenuto opportuno commissariare la cooperativa affidandola ai soli soci esterni alla comunità del Fiesoli.
Forteto: la cooperativa fiore all’occhiello del Pd
E’ evidente che la sinistra, sia locale che nazionale, abbia fatto quadrato intorno a quella cooperativa che per anni è stata il fiore all’occhiello del PD tanto che, come riportato in modo dettagliato nella relazione della Commissione regionale, molti personaggi illustri di quel partito non perdevano occasione per fare passerella elettorale nelle terre mugellane. Si pensi che addirittura appena un mese prima degli arresti, Rodolfo Fiesoli era stato invitato a parlare a Firenze, in Palazzo Vecchio, sui metodi educativi esemplari della sua comunità. Una beffa alla luce dell’inchiesta giudiziaria esplosa nel dicembre del 2011. E che la sinistra abbia fatto quadrato intorno alla cooperativa lo dimostra anche il fatto che la Coop abbia proseguito a commercializzare i prodotti “Il Forteto” come se niente fosse, tranne che per un brevissimo periodo successivo allo scoppio dello scandalo in cui gli stessi clienti protestarono pesantemente. Adesso non resta che vedere se questo nuovo problema produrrà qualche conseguenza o tutto verrà dimenticato alla svelta, fino alla prossima occasione che siamo certi non mancherà. A partire, quanto meno, dalla conferma delle condanne in appello.
Walter Parisi
2 comments
La colpa non è la loro ma di chi compra schifezze simili.
Come si “monta” un caso e se ne provoca “allarme sociale” ( a “chi” serve ?)
”
Il richiamo dei prodotti dalla COOP
Posted On 09 ott 2015
By : Thunderstruck
2 Comments
Tag: analisi, COOP, formaggio, Listeria monocytogenes, RASFF, richiamo, Supermercato
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LYSTERIACOOOP
Sì, è tutto vero. Una nota catena di supermercati ha ritirato dal mercato e sta provvedendo al richiamo di un prodotto, un formaggio per la precisione. Perché POTENZIALMENTE contaminato da un patogeno: Listeria monocytogenes.
Controllando sul sito dei RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) attualmente non compare nulla.
Questo vuol dire che il ritiro/richiamo è su base volontaria.
Brevemente, per non annoiarvi troppo, vi spiego come funziona il RASFF e cerchiamo di cpaire cosa può essere successo.
Il RASFF “funziona” su segnalazioni delle autorità competenti (NAS, ASL, PIF, MIPAAF) le quali, a loro volta, mettono in moto tutto il sistema in diversi modi:
analisi effettuate da loro stessi nell’ambito di un controllo pianificato (ad es. le merci in arrivo da paesi terzi, oppure controlli casuali sul territorio)
analisi effettuate su segnalazione di un cliente che ha avuto un problema con un determinato prodotto
analisi effettuate su segnalazione della ditta produttrice che, in regime di autocontrollo (obbligatorio per legge, vedasi la serie di regolamenti della CE che rientrano nel cd “pacchetto igiene”) si è resa conto che qualcosa non va bene.
La ditta che produce questo prodotto, in regime di autocontrollo, ha effettuato dei controlli microbiologici sul formaggio in questione (può averli fatti nel suo laboratorio interno o averli demandati a un laboratorio esterno, accreditato ACCREDIA). Tra i parametri che sono obbligatori per legge (Reg CE 2073/2005) per gli
Alimenti pronti che costituiscono terreno favorevole alla crescita di L. monocytogenes, diversi da quelli destinati ai lattanti e a fini medici speciali (all. 1, cap. 1 cat. 1.2)
figura ovviamente la Listeria. Sia qualitativa, cioè presenza/assenza del patogeno in 25g di alimento, sia quantitativa ovvero quanti batteri ho in 1 grammo di alimento.
Il regolamento europeo stabilisce anche quali sono i metodi ufficiali di analisi. In questo caso la norma è la EN/ISO 11290-1 per la qualitativa e la EN/ISO 11290-2 per la quantitativa. Queste metodiche di analisi sono molto lunghe. Soprattutto per quanto riguarda la parte di conferma. Si parla di analisi che durano anche una settimana per avere la conferma definitiva che quello che è cresciuto sulla mia piastra di Petri sia effettivamente Listeria e sia “monocytogenes”. Già perché esiste anche la Listeria innocua o la Listeria ivanovii.
Se il prodotto che sto per immettere sul mercato ha una shelf life di 15-20 giorni al massimo non posso “giocarmi” 4 giorni di vita del prodotto solo per avere i risultati che tutto è negativo. Anche perché la GDO richiede, solitamente, che il prodotto sia consegnato nei suoi magazzini con almeno i 2/3 di vita residua e se il mio sistema di autocontrollo ha funzionato a dovere di solito i risultati sono sempre negativi.
La ditta ha probabilmente fatto quindi l’unica possibile da fare: ha venduto il prodotto prima di avere l’esito delle analisi. Alla prima avvisaglia di “forse c’è qualcosa che non va” ha predisposto il ritiro e il richiamo del prodotto. Nel frattempo prosegue con le indagini e con le misure correttive affinché il problema sia arginato. Non è quindi detto che il prodotto sia effettivamente contaminato. Siccome è meglio prevenire che curare hanno giustamente richiamato il prodotto. Nel caso in cui le analisi siano positive la ditta non dovrà far emettere nessuna allerta. Se sono negative tanto meglio, avranno dimostrato la loro serietà.
Evitiamo di fare come nel caso del pesto “al botulino”, denigrando sia le aziende sia le catene di supermercati. E’ vero la Listeria è una “brutta bestia”, è molto pericolosa e non va sottovalutata. Ed è per questo che la ditta ha richiamato il prodotto.
Quindi se avete in casa quel lotto di formaggio, riportatelo al supermercato e non mangiatelo. Se lo avete già mangiato evitate di intasare i PS con la “fobia della Listeria” e in caso di malessere rivolgetevi al medico e spiegategli tutto.
Thunderstruck at butac punto it
PS
Per chi volesse approfondire sui rischi della Listeriosi rimando al link di wiki inglese, molto ben fatto. Dove vengono evidenziati per bene i tassi di mortalità (il rischio è -per fortuna- davvero bassissimo).