Roma, 11 giu – Dodici. Tante furono le battaglie, nessuna delle quali decisiva – anzi, l’ultima è nota ai più come disfatta di Caporetto – combattute durante la prima guerra mondiale fra truppe italiane e austroungariche sulle rive dell’Isonzo, il fiume giuliano entrato a pieno diritto dopo il 1918 fra i luoghi simbolo della riconquistata unità nazionale.
Almeno così era fino a marzo di quest’anno, quando alcuni amministratori locali hanno deciso di installare sui ponti che valicano il corso d’acqua dei cartelli recanti la scritta “Isonzo fiume sacro ai popoli d’Europa”. Una decisione che aveva fatto discutere, visto il sacrificio di decine di migliaia di fanti italiani morti non certo per un qualche ideale molto, troppo moderno di fratellanza, bensì per chiudere il cerchio di quella lunga lotta per l’indipendenza d’Italia cominciata nel secolo precedente.
La scelta non sembra essere però stata molto apprezzata dalla popolazione, dato che nel giro di qualche settimana molti cartelli sono stati manomessi e così la dicitura è nottetempo cambiata in “Isonzo fiume sacro alla Patria”. Un piccolo gesto che vale una denuncia contro ignoti per danneggiamento, già depositata da parte del sindaco di Sagrado (uno dei comuni coinvolti nella “guerra dei cartelli”) ma allo stesso tempo ristabilisce un’incontrovertibile verità storica che non sarà qualche carta bollata a poter cancellare.
Nicola Mattei
2 comments
leggevo che questo sindaco di Sagrado (anzi,sindaca!) alle ultime elezioni è stata sostenuta anche da rifondazione comunista.
chiuso l’argomento.
Questi amministratori anti-Italia sono dappertutto, hanno l’appoggio del Governo e dei media ufficiali, e si trovano lì perchè sono stati votati, non piovono dal cielo. E sono stati votati perchè chi vorrebbe votare contro non sa a chi appigliarsi e se ne rimane più volentieri a casa.
Non so se CasaPound riuscirà ad accreditarsi come alternativa e a intercettare la massa degli sfiduciati, è ancora troppo poco l’1 o il 2 %, e il tempo stringe, qui siamo arrivati addirittura alle soglie del vilipendio ai soldati della Grande Guerra. Bisogna riconoscere che purtroppo la catto-sinistra è ancora troppo forte, è una mentalità radicata, lo dico per esperienza personale, vivendo in mezzo a gente che protesta a parole ma poi continua a votare lì, anche solo per abitudine, per paura o per snobismo.
Potrebbero far qualcosa 1000 patrioti? Non lo so.
Plaudo all’iniziativa, ma temo fortemente che, di questo passo, “io sono un patriota” diventerà un reato. Dio non voglia.
Maria Cipriano