Roma, 3 ago – A Lampedusa arriva di tutto e di più, ma non la sinistra. L’epoca delle grandi passerelle mondane, dei primi piani al porto o sulle spiagge prese di mira da scafisti e clandestini è passata, tempo ormai remoto, perché al governo ci sono loro, gli onnipotenti della sinistra italiana del 2020. Il Partito Democratico, appoggiato dalla costola opportunista chiamata Italia Viva, gestisce in modo paradossale il fenomeno migratorio lasciando intendere a qualsiasi organizzazione privata, più o meno lecita, che l’Italia è terra di conquista.
La battaglia della sinistra contro lo Stato sovrano
Lampedusa, di fatto, è stata espropriata della sua sovranità in quanto porzione dello Stato italiano, poiché se i confini di un territorio cadono o vengono costantemente infranti illegalmente, viene a mancare la delimitazione territoriale entro cui uno Stato sovrano può e deve imporre la propria legge. Costoro, tutti loro, lo sanno, e proseguono in questa eterna battaglia contro lo Stato sovrano a causa dei vecchi ricordi dell’internazionale proletaria che avrebbe abbattuto i confini per creare un mondo governato dalla dittatura del proletariato. Ma, una volta scomparso quest’ultimo, tocca reinventarselo. Ed ecco che in questo caso entrano in gioco la peggiori organizzazioni criminali di mercanti di uomini che, coi loro carichi umani, indeboliscono sempre più le istituzioni dello Stato picchiando con santa pazienza ai suoi fianchi.
La sinistra ha smesso di metterci la faccia perché crede di averne ancora una. Lo scorso anno era tutta un bollore per Lampedusa e i lampedusani, i quali sembravano soggiogati dal cattivo Salvini, bisognosi quindi dei liberal de’ noantri e delle loro scorribande sulle banchine del porto. Il tutto culminato con l’indecente accampamento sul ponte della nave comandata dalla speronatrice Carola Rackete, la quale, sostenuta da parlamentari della repubblica italiana, violò i confini e speronò una motovedetta della Guardia costiera. Il tutto perché c’era quel nazista di Salvini al governo, naturalmente sostenuto dagli altri buontemponi che oggi governano assieme ai sedicenti democratici.
Le passerelle a Lampedusa sono finite
Il popolo di Lampedusa aveva bisogno di loro. Naturalmente, tutto falso, tutto teso verso la narrazione patetica di un’Italia razzista che deve essere rieducata alle buone maniere. Oggi però, con l’invasione in atto che colpisce la stessa isoletta, nessuna di quelle facce si è più vista laggiù. Sarà che i lampedusani hanno già il dente avvelenato col loro sindaco. Sarà che elezioni regionali sono vicine e gli ultimi sondaggi danno contesa addirittura la Toscana. Sarà quel che sarà, ossia che la sinistra nel mondo, e in Italia in particolar modo, è tecnicamente allo sbando, ma di quelle facce ben pasciute e sornione non ve ne è traccia.
Eppure avrebbero la loro nuova Carola Rackete, quella signorina (si fa per dire) corrispondente al nome di Pia Klemp che ha avuto il coraggio di affermare che il salvataggio dei clandestini e il loro riversamento in italia è lotta antifascista. Dimenticandosi, di fatto, che qui governano gli amanti della clandestinità e della promiscuità, quindi di fascismo non ne abbiamo, dovrebbe rivolgersi a qualche altro paese che però, ci spiace per lei, non la farebbe avvicinare alle proprie coste a suon di cannonate.
La demenza che accompagna questo teatrino è la solita di sempre. L’antirazzismo e l’antifascismo, la retorica mondana dell’umanitarismo senza confini e senza criterio, predicato naturalmente da chi, dopo la gitarella in mare, se ne torna a casa propria dove l’unico richiamo all’immigrazione è la cameriera filippina. Possibilmente, anche lontano da questo sciagurato Paese. Ché tanto è nelle mani di quelli giusti.
Lorenzo Zuppini
2 comments
Ok, ma lasciamo stare l’internazionale proletaria che con questa gente c’entra poco. Basterebbe riportare le parole pronunciate nel 1981 dall’allora segretario del Partito comunista francese – proprio sul tema immigrazione – per evidenziare l’abisso che separa quella sinistra da quella attuale.
Padronato e governo francesi stanno ricorrendo all’immigrazione massiccia come in altri tempi alla tratta dei Neri per procurarsi una manodopera di moderni schiavi, super sfruttati e sottopagati. Grazie ad essa si realizzano profitti maggiori e si esercita una pressione più intensa sui salari, le condizioni di lavoro e di vita, i diritti dell’insieme dei lavoratori, tanto immigrati che francesi. […] Bisogna fermare l’immigrazione se non si vogliono condannare altri lavoratori alla disoccupazione. […] Per essere più precisi: dobbiamo bloccare l’immigrazione, tanto quella clandestina che quella ufficiale, ma non cacciare con la forza i lavoratori immigrati già presenti in Francia. […] In quelli che sono ormai dei veri e propri ghetti, già si trovano ammassate famiglie con tradizioni, lingue e modi di vivere differenti. Ne derivano tensioni e scontri tra immigrati di diversa provenienza nonché rapporti sempre più difficili con i francesi. Al crescere della concentrazione, la carenza di alloggi si aggrava, l’edilizia popolare diviene sempre più difficilmente accessibile alle famiglie dei lavoratori francesi. I costi dell’assistenza ai lavoratori immigrati e alle loro famiglie che vivono in condizioni di indigenza diventano sempre più insostenibili per i bilanci dei comuni maggiormente interessati in quanto i più popolati da operai e impiegati. La scuola non riesce più a far fronte alla situazione, ritardi nell’apprendimento si accumulano, tanto per i figli degli immigrati che per quelli dei lavoratori francesi. […] I livelli di guardia sono stati raggiunti. Non è più possibile trovare delle soluzioni adeguate se non si mette fine alla situazione intollerabile creata dalla politica razzista del padronato e del governo.
Mentre per la sinistra di classe i razzisti erano coloro che promuovevano il traffico di carne umana, per la finta sinistra contemporanea ad esserlo sono coloro che intendono opporvisi. In sintesi, la trasfigurazione della sinistra…
La sinistra è riuscita ad abbattere i confini, ma non per la dittatura del proletariato, per quella finanziaria, di cui sono megafoni e servi, ovviamente, cospicuamente retribuiti per i loro servigi. Basta non dare troppo rilievo mediatico all’invasione, qualche notizia sporadica, sguinzagliare le loro marionette televisive nei talk show di turno, che ripetono la solita litania dell’obbligo morale del salvare vite umane; usare le giuste terminologie: migranti, naufraghi, rifugiati, scappano da fame e guerre, campi di concentramento libici, e via discorrendo. Da 7 anni siamo sottoposti a questo bombardamento ideologico supportato dal main stream, aggiungiamoci l’insopportabile retorica pro LGBT, e avremo il quadro completo della deriva dell’emisfero occidentale. Magari, un giorno, le persone si desteranno da questo torpore, al momento, con l’aiuto di questa Dittatura Sanitaria, creata appositamente per mantenere imbrigliato il dissenso montante, non si scorge la luce alla fine del tunnel.