Roma, 18 mar – Durante l’epidemia ognuno è chiamato a fare la propria parte per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di rimanere a casa. In particolar modo se si è parlamentari. L’onorevole grillina Rosalba De Giorgi non si è quindi tirata indietro: “Mi raccomando, state a casa, che c’è il coronavirus”, si raccomandava un paio di giorni fa in un video postato su Facebook. Peccato, però, che la De Giorgi abbia scelto di rimarcare il concetto seduta nella propria automobile; fuori casa, quindi, e non dentro dove si supponeva dovesse starsene, come tutti noi.
Gli utenti social si sono affrettati, nei commenti, a far notare lo scivolone alla deputata, e nemmeno i quotidiani si sono tirati indietro. Del resto, chiedere coerenza ad un rappresentante delle istituzioni sembrerebbe il minimo sindacale in tempi di pandemia. Giusto? Sbagliato! La De Giorgi, il giorno dopo, anziché chiedere scusa per la gaffe, con quell’arroganza tipica del grillino che non deve chiedere mai scusa ma ha sempre la giustificazione pronta in saccoccia, ha rilanciato postando un altro video, puntando il dito contro i giornalisti cattivi e sostenendo di aver “registrato il video in auto perché quando un giornale on line mi ha chiesto di farlo, ero a casa, in villa, dove abito, non in città, ed essendo sola, mi sono seduta in macchina dove posso tenere fermo il telefonino e inviare il mio messaggio”. Ma come: abiti in una villa e in tutta casa tua non c’è un angolo in cui tenere diritto il cellulare?
Onorevole De Giorgi, si rassegni: ha commesso uno scivolone, e in tempi di coroanvirus i social perdonano meno del solito. Come dicono i romani in queste occasioni: stacce. I suoi follower, e i cronisti che la seguono, esigono comunicazione coerente, puntualità; che si sappia dare l’esempio per primi, senza cadere in contraddizione. Esempio che lei ha mancato di saper dare. Una serena ammissione di colpa sarebbe stata accolta con maggior benevolenza – anche dalla stampa – di tante toppe rabberciate, giustificazioni e piagnistei.
Cristina Gauri