Milano, 17 mag – Ricordate i festeggiamenti per il 19° scudetto dell’Inter a Milano lo scorso 2 maggio? Più di 30mila tifosi in piazza Duomo che manifestavano fieramente la propria appartenenza alla fede nerazzurra ignorando, per lo più, tutte le ormai note regole anti-Covid (distanziamento, mascherine). Per i pessimisti seriali sembrava il prologo di una apocalisse di contagi annunciata per il capoluogo lombardo. Invece no.
Festa Inter, contagi a distanza di due settimane non sono aumentati
A distanza di due settimane non si osservano significative variazioni dei dati sui contagi a Milano dopo la festa per lo scudetto dell’Inter, come osserva Cesare Cislaghi, presidente dell’Associazione Italiana di Epidemiologia: «Finora non c’è stato alcun segnale di aumento non è detta l’ultima parola, ma negli ultimi giorni vediamo la stessa tendenza nell’andamento dei nuovi positivi, un trend di lenta ma continua decrescita. Di certo non s’è vista alcuna inversione, e questo è un bene».
E se, come annunciava il prof. Bassetti di Genova in una delle sue innumerevoli presenze in tv, il mega assembramento di Milano poteva considerarsi come un grande esperimento, il risultato sembra chiaro: all’aperto il contagio è marginale o comunque il rischio del contagio un po’ troppo enfatizzato. In ogni caso non responsabile del collasso sanitario con il quale in questi lunghi mesi sono state giustificate misure come coprifuoco e le mascherine all’aperto. Questo indicano i dati.
Il governo italiano, sia con Conte che con Draghi, ha gestito la pandemia affidandosi ai dati in chiave rigorista: ovvero, eccedendo nelle chiusure e lesinando aperture. Un doppiopesismo francamente ingiustificabile. E’ arrivata l’ora di una riflessione seria su come restituire le libertà fondamentali indebitamente sottratte agli italiani.
Lorenzo Leoncini
1 commento
Questo covid segue le regole dei malanni stagionali.
Lo stesso avvenimento nei mesi di ottobre e novembre avrebbe avuto conseguenze diverse, dirette o indirette.