Torino, 10 lug – Che l’immigrazione abbia assunto i toni ormai prossimi a quelli di un’invasione è ormai dato di fatto. La vera notizia è che sembra rendersene conto anche chi sul business ci fa una vita politica, specula e guadagna o fa guadagnare. E’ il caso di Piero Fassino, ex sindaco di Torino, che sorprende con una denuncia sui forti rischi legati al fenomeno immigratoria.
“Finora in Italia l’immigrazione è stata governata tutto sommato bene, ma in termini di numeri stiamo arrivando al superamento della soglia che è governabile. Se non lo vediamo per tempo, questo problema rischia di travolgerci”, spiega Fassino intervenendo alla direzione regionale del Pd, ammettendo di essersi reso conto del problema durante la campagna elettorale per le amministrative: “non mi sono risparmiato e ho incontrato moltissime persone. L’immigrazione è il tema che sempre e ovunque mi sono trovato davanti. E’ il più sentito nella aree a maggiore sofferenza sociale, dove gli immigrati sono visti in competizione per la casa, il lavoro, il welfare. Si tratta delle stesse aree nelle quali abbiamo avuto i risultati peggiori”. Fassino fa anche un esempio, riferito al tema dell’assegnazione delle case popolari: “Il criterio basato sulla composizione dei nuclei familiari premia sempre più spesso le famiglie immigrate, che fanno più figli. Bisogna domandarsi fino a quando la graduatoria unica è sostenibile. Questo per non alimentare conflitti tra chi quel diritto lo esige”.
Disamina corretta, quella dell’ex primo cittadino del capoluogo piemontese, la quale però fa sorgere più di qualche dubbio sulla buona fede del fu segretario degli allora Ds. Che avrebbe fatto Fassino, in merito, ad esempio quando era…sindaco? Non si registrano particolari scelte “coraggiose” nel quinquennio a Palazzo di Città, fatta eccezione per l’occupazione dell’ex villaggio olimpico da parte di centinaia di clandestini e l’aver mandato i sedicenti profughi a spazzare (gratis) le strade della città. Fate come dico, ma non come faccio.
Nicola Mattei
9 comments
La solita politica sinistra: avendo perso il posto da sindaco, in preda ad un bruciante tiraculo, critica e fa ostruzionismo contro il suo partito che non l’ha sostenuto abbastanza, fosse rimasto sindaco non avrebbe proferito parola e anzi avrebbe continuato ad appoggiare la politica immigratoria favorevole alle loro tasche e ai futuri voti (ius soli docet).
Eh sì. Anche da quello che dice si evince che non è preoccupato dal fenomeno immigratorio in sé e come integrare i nuovi arrivati, ma semplicemente dal fatto che in aree critiche il PD ha perso voti.
Quelli di sinistra sembrano incapaci di avere un pensiero logico: conoscono solo il pensiero utilitaristico.
Ingovernabile nel senso che ti fanno scappare la poltrona da sotto al culo.
Esatto!
Mi accodo ai commenti precedenti.
Eppure, nonostante io non abbia mai avuto alcuna simpatia per questo politico, devo riconoscergli che – sia pure solo per convenienza – è nonostante tutto meno stupido di altri suoi colleghi.
Voglio dire, persino da “trombati” un pisapia o un marino, una simile dichiarazione non l’ avrebbero mai fatta comunque… o no?
Il PD con queste politiche scellerate a favore del capitale e dell’immigrazione selvaggia per compiacere l’elite mondialista, si sta autodistruggendo.
Magra consolazione perché sta trascinando a fondo l’intero paese .
devo dire che e abbastanza coerente chi l ha seguito fassino ha sempre voluto una immigrazione gestibile (io non ho mai votato Pd)non amo ne lui ne chiamparino servi delle banche
@ Paolo: l’intelligenza e la preparazione dovrebbero essere i primi criteri di scelta dei propri rappresentanti da parte dei cittadini di una nazione. Nel senso di criteri minimi di partenza.
In questo senso ci sono personaggi intelligenti anche dall’altra sponda (la sponda dei mondialisti, distinzione più chiara che quella di dx o sx..): penso a D’Alema tra i politici e Ferrara tra i giornalisti.
Il passo successivo dovrebbe essere comunque quello di distinguere tra venduti e integralisti e ovviamente i personaggi da me citati non supererebbero l’esame..
Bisognerebbe che entrambi gli schieramenti, Dx e Sx, sapessero davvero scegliere i propri rappresentanti in base a tre requisiti base : onestà, intelligenze, attitudine alla Politica.
E purtroppo, in questo senso, deputati politici e relativo elettorato, sono molto spesso l’ uno lo specchio dell’ altro, segno che nel nostro paese anche se ci sono stati già dei passi avanti rispetto al passato siamo ancora ben lontani dall’ avere un’ elettorato effettivamente consapevole della necessità di un voto ponderato. Prevalgono ancora troppo fattori come l’ emotività, e più ancora i pregiudizi.
Per dire, mi trovi – se riesce – un’ elettore di Sx deluso che, anche solo come “voto di protesta” abbia il coraggio (e l’ apertura mentale) di provare a votare a destra. Piuttosto, si farebbe tagliare la mano. Del resto a mio parere è proprio questo ingrediente che – proprio qui in Italia – ha decretato il momentaneo successo di uno schieramento come il M5S. Ma questa è un’ altra storia, naturalmente.