Roma, 13 mag – Il 28 aprile 1945 Benito Mussolini e Claretta Petacci furono sommariamente giustiziati a Giulino di Mezzegra, nei pressi di Dongo. Nella località in provincia di Como, sul luogo della fucilazione oggi è presente una lapide che commemora uno degli assassinii politici più celebri della storia del Novecento, su cui peraltro permangono numerose zone d’ombra. Lo scorso 28 aprile però, in spregio a ogni senso di umana pietà, un anziano signore di 75 anni ha pensato bene di danneggiare il piccolo monumento, strappando tra le altre cose i fiori che erano stati deposti di recente in occasione dell’anniversario dell’omicidio.
Lo sfregio alla lapide di Mussolini
L’autore dello sfregio è Francesco «Cecco» Bellosi. Chi è costui? Ex esponente di Potere operaio e delle Brigate rosse, il Bellosi è stato condannato per banda armata e rapina, mentre oggi dirige nel Comasco una onlus per il recupero di tossicodipendenti. Sicuro di rimanere impunito per il suo gesto, l’ex brigatista è però stato raggiunto dai carabinieri, che hanno perquisito la sua abitazione su mandato della Procura di Como. L’uomo, infatti, è ora accusato di danneggiamento aggravato della lapide di Mussolini.
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La lacrimuccia sul volto dell’ex brigatista
Dopo aver scoperto che la legge è uguale per tutti, Bellosi è cascato dal pero e si è sperticato in altissimi lamenti. Pur negando di aver danneggiato il monumento, l’ex brigatista ha ammesso di aver «tolto i fiori che erano stati messi su quella lapide da una squadra di fascisti». Perché, per lui, quella lapide sarebbe apologia di fascismo. «Invece di perseguire i fascisti, si mettono alla caccia degli antifascisti. Mi hanno anche sequestrato il telefono», ha protestato il povero Bellosi. «Sono antifascista e comunista dall’età di 15 anni. E ne ho settantacinque», ha rivendicato. «Bene, prendo atto che esiste un nuovo reato: l’antifascismo». Bravo Cecco, ora prova a dirlo senza piangere.
Gabriele Costa
2 comments
Un altro vecchio idiota della generazione più falsa e cialtrona mai esistita.
povero vecchio rinco…
una volta pensavo che gli anni portassero esperienza
e saggezza.
ma mi sono ricreduto da tempo,ormai:
vedo intorno a me gente che ragiona come se fossero ancora in pieno dopoguerra,
sembra quasi aver trascorso gli ultimi ottant’anni dormendo:
sono FERMI nel tempo,come delle mummie.