L’Italia è una meta di grande interesse per i turisti di tutto il mondo, ma la pandemia da Coronavirus ha messo in ginocchio uno dei comparti più produttivi del nostro Paese e senza sostegni tempestivi e adeguati sarà difficile auspicarne un futuro.
Ecco quanto è emerso nel corso del convegno “Per l’Italia! Il Turismo come motore economico e sociale per la vera ripartenza”, organizzato dall’Associazione internazionale dei cavalieri del turismo a Sorrento il 2 marzo, a cui ha partecipato anche il neo ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Dopo aver istituito un Tavolo permanente con le Regioni al fine di coordinare le misure necessarie a far ripartire il settore, il ministro ha ammesso che è stato perso troppo tempo negli ultimi anni. Altri Paesi nostri competitor, infatti, hanno già avviato strategie legate al turismo sanitario e del benessere che rischiano di danneggiarci ulteriormente.
“Se da una parte il governo ha tentato di analizzare la crisi del settore anche alla luce dell’aggravamento generato dall’emergenza Covid-19, varando una serie di misure, di portata purtroppo inferiore al fabbisogno, dall’altra è, a mio avviso, mancato un inquadramento più complessivo e di sistema”, ha dichiarato Ettore Sansavini, Presidente di GVM Care & Research, importante gruppo sanitario attivo anche nel settore termale. ”Il turismo è uno degli asset strategici dell’economia nazionale e il settore termale sostiene la salute, la prevenzione e la riabilitazione dei cittadini con costi esigui per lo Stato”.
Secondo Ettore Sansavini gli investimenti e i costi di esercizio sono stati rimandati ma al momento non esistono politiche concrete di sostegno alle imprese che siano in grado di farli riassorbire nel tempo.
“Il fermo dell’attività termale ha posto in totale quiescenza il settore che sta registrando perdite economiche significative, sebbene mitigate dalla riduzione della massa salariale attraverso il calo della pressione retributiva”, ha proseguito Sansavini. “Tra luglio e ottobre 2020, infatti, il settore del termalismo ha subito perdite per circa il 75% rispetto al 2019. È, quindi, indispensabile prevedere strumenti concreti di ristoro attraverso l’adozione di misure rapide e concrete che si aggiungano a quelle che il Governo ha già emanato per altri settori, tra cui, l’ampliamento del contributo a fondo perduto, l’estensione dei cicli di riabilitazione termale motoria e della funzione respiratoria a tutti gli assistiti SSN e non più solo agli assicurati INAIL, l’esonero contributivo a favore delle imprese che non chiedono il trattamento di integrazione salariale per la totalità dei propri lavoratori, da destinare a tutti gli operatori delle terme e del turismo per i quali è cessato, la sospensione e la rimodulazione di canoni e oneri fiscali, tra cui i canoni di concessione mineraria per acque termali e l’eliminazione o rimodulazione della Tari per gli stabilimenti e gli alberghi termali. Inoltre riteniamo che occorra introdurre politiche di promozione e rilancio a favore del turismo termale e progetti che coinvolgano il settore a supporto del sistema sanitario nazionale, ad esempio, nei percorsi riabilitativi dei pazienti colpiti da Covid-19”.