Catania, 17 feb – Il maestoso vulcano siciliano si risveglia e lo fa nel modo più vistoso che si possa pensare. L’Etna, il vulcano attivo più alto della placca euro-asiatica, nel pomeriggio del 16 febbraio con dei forti boati ha dato vita ad una spettacolare eruzione di lava. L’attività stromboliana è stata forza generatrice dell’alta nube di cenere vulcanica che ha raggiunto l’altezza di un chilometro. Le ceneri e i lapilli sono caduti in gran parte della provincia di Catania, costringendo, in via cautelativa, la chiusura dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini. Sono, inoltre, centinaia le segnalazioni descrittive sulle considerevoli dimensioni dei grani di cenere vulcanica che hanno raggiunto i 10 centimetri di diametro.
L’Etna non finisce mai di meravigliare
L’Etna ha regalato l’ennesima esibizione della sua forza ai cittadini della provincia catanese. Come se seguisse le note di una sinfonia, il Mongibello intorno alle 16.10 veste i suoi fianchi di fuoco rosso lavico e con delle forti spinte, dal cratere di sud-est, alimenta fontane di lava e lapilli. Lo scenario, d’impatto, continua per qualche ora. Col calare della luce, al crepuscolo, gli occhi dei curiosi strabuzzano verso quel fiume purpureo che scorre verso la valle del bove.
Bella, maestosa, ma temuta
Gli esperti dell’INGV hanno rassicurato la popolazione dicendo che l’attività eruttiva rientra in un quadro di normalità. Rimane comunque in apprensione l’animo dei molti cittadini dell’hinterland catanese, l’eruzione dell’Etna è sempre un evento d’impatto. Le conseguenze delle attività vulcaniche, perlomeno quelle più palpabili, sono rappresentate dalla fitta cenere vulcanica caduta. Il sindaco della città metropolitana di Catania ha inviato un’ordinanza con la temporanea restrizione al non usare mezzi a due ruote. Al contempo sono state avviate operazioni di pulizia straordinaria di strade e viadotti, in ogni caso percorribili ad una velocità massima di 30km/h.
Rosario Lanzafame