Roma, 24 gen – Quando la storia è attaccata dal più bieco revisionismo ideologizzato ecco che si va incontro ad un vero e proprio scempio dissacrante della memoria di un intero popolo. È successo a Dresda, dove negli scorsi giorni le autorità della capitale della Sassonia, Land tedesco al confine con la Polonia e la Repubblica Ceca, hanno deciso di rimuovere l’iscrizione che ricorda il bombardamento da parte degli angloamericani che, tra il 13 e il 15 febbraio 1945, uccise decine di migliaia di persone. Al suo posto, verrà posta una scritta del fatto “contestualizzata” sull’intero periodo Nazionalsocialista.
Revisionismo sul bombardamento di Dresda
La scelta in questione ha sollevato diverse critiche e riportato alla luce il dibattito, impregnato di revisionismo e di teorie “riduzioniste”, sull’effettiva entità del massacro di Dresda. È importante sottolineare come già la precedente scritta, riempita di uno straripante spirito antitedesco, non includesse alcun riferimento agli esecutori del massacrante bombardamento. Per questo l’ulteriore tentativo di edulcorare una mattanza di civili ha creato polemiche di rilievo nazionale. Il fatto che lascia sbigottiti è come sia possibile togliere dall’allora Altmarkt (Mercato vecchio) della “Firenze sull’Elba” l’unico ricordo delle vittime della strage compiuta dagli Alleati.
La scure della cultura della cancellazione
L’ombra della cancel culture si era già tempo posata sul monumento in memoria del bombardamento. Le famigerate e strettissime norme della Repubblica Federale di Germania sui crimini d’odio lasciano pochissimo spazio a qualunque commemorazione o ricordo non “inclusivo” o allineato a livello ideologico. Questi tentativi di annebbiare e censurare gli aspetti non idilliaci della memoria della propria Nazione sottolineano come il popolo tedesco non abbia ancora fatto pace con sé stesso.
Andrea Grieco