Roma, 31 mar – Federica Guidi, ministro dello Sviluppo, si è dimessa dall’incarico. La scelta di rinunciare allo scranno più alto di Palazzo Piacentini giunge al termine di una lunga giornata, che si era aperta all’insegna della pubblicazione di intercettazioni nelle quali emergeva un coinvolgimento personale del ministro in un conflitto di interessi relativamente alla sua attività e a quelle del fidanzato.
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Il coinvolgimento della Guidi è in realtà indiretto, dato che l’inchiesta condotta dalla Procura di Potenza riguarda attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti, come hanno spiegato i Carabinieri del nucleo tutela ambiente che oggi hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per altrettanti funzionari del centro oli di Viaggiano, nella Val d’Agri in Basilicata, gestito dall’Eni. Nelle intercettazioni condotte dagli inquirenti è finito anche Gianluca Gemelli, compagno del ministro e titolare di due società inserite nella lista dei fornitori di Tempa Rossa, il giacimento di petrolio gestito da Total. “E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d’accordo anche Mariaelena, quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte…! Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempra Rossa, dall’altra parte si muove tutto”: così di rivolgeva la Guidi a Gemelli, parlando dell’emendamento che avrebbe dovuto sbloccare parte dei lavori per il centro di trattamento di Coreto Perticara. Gemelli non attende troppo e chiama subito un dirigente Total: “La chiamo per darle una buona notizia, si ricorda che tempo fa c’è stato casino, che avevano ritirato un emendamento, per cui c’erano problemi su Tempra rossa, pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato, ragion per cui, se passa… e pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni… è tutto sbloccato”, spiega. Con l’approvazione definitiva, Gemelli avrebbe ottenuto oltre due milioni in appalti.
Abbastanza per dare il là ad un serrato fuoco da parte delle opposizioni. Ma non solo: proprio oggi si votava per il rinnovo dei vertici di Confindustria e il coinvolgimento della Guidi in questo scandalo avrebbe permesso al salernitano Vincenzo Boccia di conquistare gli ultimi decisivi voti (ha vinto 100 a 91) contro lo sfidante, quell’Alberto Vacchi che dell’ormai ex ministro è conterraneo e collega. Un uno-due micidiale per una giornata da dimenticare per la Guidi, che alla fine ha optato per un passo indietro. “Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”, ha scritto in una breve lettera indirizzata al premier.
Resta ancora da valutare, almeno sul piano politico, la posizione di Maria Elena Boschi. Già coinvolta – e non del tutto indirettamente – nell’affare Etruria e relativo decreto salvabanche, il suo nome torna a circolare e sempre all’interno di una vicenda dai confini poco chiari.
Per quanto riguarda invece il centro oli di Viggiano, a seguito dei sequestri operati dalla magistratura Eni – che sembra per il momento essere parte lesa nella vicenda – ha disposto l’interruzione dell’attività produttiva, attualmente pari a 75mila barili di petrolio al giorno. “Eni – spiega la società in una nota – conferma, sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali. In tal senso Eni richiederà la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro e continuerà ad interloquire con la magistratura, così come avviene da tempo sul tema, assicurando la massima cooperazione”.
Filippo Burla
2 comments
La faccia come il culo.
..e noi pensionati che non possiamo,a causa dell’età,accedere o contrarre un mutuo,e avendo una casa residenziale,speravamo che il governo con l’approvazione della legge sul prestito vitalizio avrebbe aiutato i richiedenti.Invece hanno di nuovo reintrodotto lo anatocismo su tale prestito con interessi elevati al solo fine favorire le banche.Inoltre non hanno imposto alle banche di provvedere a formulare i relativi contratti.Infatti fino ad oggi nessuna banca ha formulato offerta per tale prestito.Abbiamo atteso quasi due anni,invano ..mentre qualche ministro era in tutt’altre faccende affaccendato.Tutto ciò è veramente vergognoso.! Eravamo fiduciosi nel governo Renzi..ma….