Roma, 4 gen – Decreto ponte, restrizioni prolungate e ancora divieti. Le parole d’ordine che vigono nel traballante governo giallofucsia continuano ad essere queste e non dovrebbero cambiare neppure a partire dal 7 gennaio. L’esecutivo frena infatti sulle riaperture e adesso sta valutando di introdurre una sorta di “provvedimento ponte” tra il 7 e il 15 gennaio, data di scadenza dell’ultimo Dpcm. Una settimana in cui si prevedono divieti di spostamenti tra regioni, ristoranti e bar ancora chiusi e un’Italia ancora in preda alla scala di colori. Le ipotesi sul tavolo della maggioranza sono però diverse e tutte decisamente confuse.
Decreto ponte e ulteriori restrizioni, le ipotesi
La prima ipotesi, auspicata dai cosiddetti “rigoristi”, prevede di mantenere in vigore le attuali misure fino al 15 gennaio. La seconda prevede invece una linea più soft, ovvero zona gialla il 7 e l’8 gennaio, per poi tornare alle misure di zona arancione nel fine settimana del 9 e 10. Dopodiché, per la prossima settimana, assegnazione di fasce in base al monitoraggio. “Valutiamo l’ipotesi per il prossimo fine settimana di applicare le misure da zona rossa per i festivi e prefestivi, con la salvaguardia dei Comuni più piccoli per gli spostamenti. Dopo aver raccolto i contributi dei presidenti domani si tireranno le somme con il Governo”. E’ quanto dichiarato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, stando a quanto appreso dall‘Ansa. “Stiamo facendo fare un approfondimento ai tecnici in modo da abbassare le soglie dell’Rt per accedere in zona rossa o arancione. Misura che incide sul modello della zonizzazione”, avrebbe poi specificato Speranza riguardo alla cosiddetto “provvedimento ponte”.
Tra “zona bianca” e linea dura
Si naviga insomma a vista, che a più a vista non si può. Anche perché le suddette ipotesi non sono neppure le uniche ventilate. Ad esempio, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, dal 15 gennaio potrebbe essere introdotta una “zona bianca” in tutta Italia. Colore che in effetti mancava alla bizzarra tavola cromatica ideata dal governo. Dunque dal 15 gennaio potrebbero ripartire, finalmente, tutte le attività. Questa proposta sarebbe stata avanzata dal ministro Dario Franceschini e sarebbe caldeggiata da altri esponenti della maggioranza, tra cui il pentastellato Alfonso Bonafede.
Ma non è tutto, perché il Comitato tecnico scientifico a cui si sta affidando il governo vorrebbe misure ben più restrittive. Prende corpo ad esempio l’idea di vietare gli spostamenti tra regioni anche in zona gialla e addirittura di anticipare il coprifuoco dalle 22 alle 20. Quest’ultima è senza alcun dubbio l’ipotesi più bislacca, anche perché non si capisce davvero a cosa dovrebbe servire se non a limitare ulteriormente la libertà di movimento senza realmente incidere sul controllo dei contagi.
Alessandro Della Guglia
4 comments
stanno massacrando il nostro Paese, condannando alla fine imprese e lavoratori,perchè a ottanta e passa anni si muore.
l’osservazione migliore l’ha pronunciata Bolsonaro quando ha detto “tanto moriremo tutti,basta fare le femminucce”
del resto da un Paese che ha celebrato come “combattenti” coloro i quali hanno passato gli ultimi mesi della 2GM nascosti tra le montagne,non ci si poteva aspettare certo un atteggiamento da Uomini.
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A questo punto non si può non concordare con chi afferma che il sino-virus non ha colpito pesantemente e direttamente solo le persone dagli intestini e dai polmoni deboli…
[…] Rhapsody che si trova sempre a Porto Empedocle, in rada. Insomma mentre il governo Conte pensa a nuove limitazioni agli spostamenti – tra regioni e tra comuni – per gli italiani, alle navi delle Ong è concesso senza remore di […]