Johannesburg, 10 apr – Il Sudafrica ha annunciato un blocco nazionale del turismo il 24 marzo scorso per limitare il contagio da coronavrius. E nelle ultime due settimane il bracconaggio ai danni dei rinoceronti ha raggiunto numeri da capogiro, poiché i malintenzionati stanno approfittando di questo temporaneo stallo.
Il numero dei rinoceronti morti
Nico Jacobs, fondatore di Rhino 911, un’organizzazione no profit soccorre con elicotteri i rinoceronti del Sudafrica, dichiara al New York Times: «Non appena il blocco ha colpito il Sudafrica, abbiamo iniziato ad avere un’incursione quasi ogni singolo giorno. Sarebbero almeno nove i rinoceronti uccisi nella provincia nord occidentale del Sudafrica dal 24 marzo scorso, secondo Nico Jacobs ma ammette, tristemente, che “sono solo quelli che conosciamo”. Un rinoceronte bianco di due mesi è stato salvato il 25 marzo, dopo che la madre era stata uccisa dai bracconieri. Altri due rinoceronti neri sono stati crudelmente uccisi il giorno dopo. Purtroppo, nonostante le segnalazioni, Rhino 911 è arrivata troppo tardi: entrambi i rinoceronti erano ormai morti, privati del loro prezioso corno di avorio.
Il crollo del turismo
Le cose non vanno meglio in Botswana, che secondo la Rhino Conservation Botswana, conta almeno sei rinoceronti uccisi da quando sono stati chiusi i confini per fermare la diffusione del coronavirus. Il governo del Botswana, la settimana scorsa, ha annunciato che cinque sospetti bracconieri sarebbero stati uccisi dai militari. Botswana e Sudafrica Sono Paesi noti per il turismo e questo consentiva (fino ad ora), agli animali nel mirino dei bracconieri di vivere in relativa tranquillità. Lo spiega bene Tim Davenport, della Wildlife Conservation Society: “Questi animali non sono solo protetti dai ranger, ma sono anche protetti dalla presenza turistica. Se sei un bracconiere, non andrai in un posto dove ci sono molti turisti. Andrai in un posto dove ce ne sono pochissimi».
Ilaria Paoletti