Roma, 26 set – A pochi giorni dall’assalto alla sede di Bologna, un altro vile attacco nei confronti dell’Ugl. E’ successo a Torino dove alcuni sedicenti rider, spalleggiati da membri dei centri sociali, hanno prima esposto alcuni striscioni di fronte alla locale sezione del sindacato, imbrattatone i muri esterni e tentando di entrare negli uffici. Solo la pronta reazione dei presenti ha evitato che riuscissero nel loro intento, scongiurando così il peggio.
Cgil, Cisl e Uil superate a sinistra
Così come per i fatti del capoluogo emiliano, a giustificazione delle veementi proteste è il contratto collettivo siglato pochi giorni fa proprio dall’Ugl con Assodelivery, l’associazione di categoria che riunisce le realtà del settore come Deliveroo, Just Eat e Glovo. Il contratto – il primo in Europa di questo tipo, tanto da aver suscitato finanche sorpresa in altre nazioni del vecchio continente – prevede tutta una serie di obblighi e tutele, fra cui un salario minimo pari a 10 euro (lordi) per ora lavorata, indennità per i giorni festivi, i turni notturni e in caso di maltempo, nonché specifiche prescrizioni per quanto riguarda la sicurezza. Un accordo perfettibile, come tutti: il problema è che è stato siglato da un sindacato “di destra”, superando così a sinistra – è proprio il caso di dirlo – le sigle della Triplice e cioé Cgil, Cisl e Uil.
Il successo dell’Ugl oscura la Triplice
L’esclusione di storiche realtà, invero da tempo spesso e volentieri ben lontane dalle battaglie a tutela del lavoro – basti pensare che l’unico precedente in materia, l’accordo raggiunto in Toscana tra Cgil e associazioni datoriali, prevedeva compensi pari a meno della metà di quelli strappati dall’Ugl, ha così scatenato un putiferio, arrivando persino ai piani alti del ministero del Lavoro che potrebbe adesso fare strame del contratto siglato. Ricorrendo ad un espediente: i rider sono da considerarsi autonomi o subordinati? Dettaglio non secondario e che rientra nei predetti aspetti sui quali si può discutere per apportare continui miglioramento all’intesa, ma che certo non può essere preso a pretesto per stracciare un accordo unico nel suo genere che finalmente sgombera il campo da una giungla nella quale il confine tra legalità e sfruttamento era spesso molto labile.
Niente da fare: le sigle della Triplice non intendono sentire ragioni e, contemporaneamente, si scatena la masnada contro l’Ugl allo stantìo grido di “servi dei padroni”. Arrivando persino alle minacce fisiche e agli assalti alle sedi da parte di soggetti “evidentemente più interessati alla violenza politica che ai diritti dei lavoratori”, come denuncia il segretario generale Francesco Paolo Capone: “Non ci fermeranno nel sostenere sempre con più forza il Ccnl Rider nato per difendere e salvaguardare i diritti dei lavoratori del settore. Infatti di fronte al nulla che c’era l’Ugl ha ascoltato le istanze dei rider e ha collaborato con le parti datoriali per creare un quadro di riferimento che prevede, rispetto al passato, diritti esigibili”.
Filippo Burla
8 comments
Mi spiace Mattei, quanto accaduto a Bologna e a Torino,da condannare e da respingere non esime gli uomini liberi dal dovere di interrogarsi sui processi che generano alcuni atti.Fermo restando che agli avversari politici non bisogna dare àdito alcuno, perché spesso sono degli avvoltoi, soccorsi da una pletora di giornalisti, sottopongo le stesse domande postate in settimana,non commentata da nessuno su P.N.,sebbene fosse pertinente all’argomento. Domanda: siamo sicuri che l’UGL abbia firmato un contratto con l’associazione Assodelivery (rappresentativa delle aziende/multinazionali) che sia a tutela dei diritti dei lavoratori cosiddetti rider ? Interrogativo: “ Contratto collettivo nazionale per la disciplina dell’attività di consegna di beni per conto altrui, svolta da lavoratori autonomi”. Inizia così il contratto,definisce i lavoratori che consegnano a domicilio lavoratori autonomi, non dipendenti, eppure, a fine Gennaio 2020, una sentenza della Corte di Cassazione riconosceva il lavoro svolto dai rider come lavoro dipendente,subordinato,che deve essere coperto dalle conseguenti tutele. E’ una distinzione essenziale,dirimente. Secondo interrogativo: per gli accordi di questo contratto, la parte datoriale può licenziare il lavoratore in qualsiasi momento,sebbene con un preavviso di 30 giorni. E’ giusto, è equo ? Terzo interrogativo: Il contratto recita testualmente che ” le Parti concordano che al Rider sia riconosciuto un compenso minimo per una o più consegne, determinato sulla base del tempo stimato per l’effettuazione delle stesse. Tale compenso è equivalente 10,00 euro lordi l’ora. Nel caso in cui il tempo stimato dalla Piattaforma per le consegne risultasse inferiore ad un’ora l’importo dovuto verrà riparametrato proporzionalmente ai minuti stimati per le consegne effettuate”. In pratica, se uno consegna in meno di un’ ora guadagna solo per il tempo impiegato ad eseguire la consegna. Quindi, rispetto a prima non cambia niente. Il lavoratore viene pagato come se lavorasse a cottimo, non con un salario su base oraria.Quarto interrogativo : se il lavoratore si ammala o la lavoratrice è in maternità, zero tutele. E’ giusto ?
Seconda,e più sofferta domanda: l’U.G.L. è stata ingenua oppure si è prestata al gioco delle multinazionali ?
Vogliate apportare il contributo dei vostri pareri.Grazie
Micu G. dalla terra di ‘nduja
Mi spiace Mattei, quanto accaduto a Bologna e a Torino,da condannare e da respingere, non esime gli uomini liberi dal dovere di interrogarsi sui processi che generano alcuni atti.Fermo restando che agli avversari politici non bisogna dare àdito alcuno, perché spesso sono degli avvoltoi, soccorsi da una pletora di giornalisti, sottopongo le stesse domande postate in settimana,non commentate da nessuno su P.N., sebbene fossero pertinenti all’argomento. Domanda: siamo sicuri che l’UGL abbia firmato un contratto con l’associazione Assodelivery (rappresentativa delle aziende/multinazionali) che sia a tutela dei diritti dei lavoratori cosiddetti rider ? Interrogativo: “ Contratto collettivo nazionale per la disciplina dell’attività di consegna di beni per conto altrui, svolta da lavoratori autonomi”. Inizia così il contratto,definisce i lavoratori che consegnano a domicilio lavoratori autonomi, non dipendenti, eppure, a fine Gennaio 2020, una sentenza della Corte di Cassazione riconosceva il lavoro svolto dai rider come lavoro dipendente,subordinato,che deve essere coperto dalle conseguenti tutele. E’ una distinzione essenziale,dirimente. Secondo interrogativo: per gli accordi di questo contratto, la parte datoriale può licenziare il lavoratore in qualsiasi momento,sebbene con un preavviso di 30 giorni. E’ giusto, è equo ? Terzo interrogativo: Il contratto recita testualmente che ” le Parti concordano che al Rider sia riconosciuto un compenso minimo per una o più consegne, determinato sulla base del tempo stimato per l’effettuazione delle stesse. Tale compenso è equivalente 10,00 euro lordi l’ora. Nel caso in cui il tempo stimato dalla Piattaforma per le consegne risultasse inferiore ad un’ora l’importo dovuto verrà riparametrato proporzionalmente ai minuti stimati per le consegne effettuate”. In pratica, se uno consegna in meno di un’ ora guadagna solo per il tempo impiegato ad eseguire la consegna. Quindi, rispetto a prima non cambia niente. Il lavoratore viene pagato come se lavorasse a cottimo, non con un salario su base oraria.Quarto interrogativo : se il lavoratore si ammala o la lavoratrice è in maternità, zero tutele. E’ giusto ?
Seconda,e più sofferta domanda: l’U.G.L. è stata ingenua oppure si è prestata al gioco delle multinazionali ?
Vogliate apportare il contributo dei vostri pareri.Grazie
Micu G. dalla terra di ‘nduja
l’ho detto fin da tempi non sospetti:
a sinistra puzzano come la carogna lebbrosa di un pescecane incrociato con una puzzola,
e sono perfino generoso.
Menzogne. Il CCNL proposto da Assodelivery e UGL è una presa per i fondelli per tutti i rider, come me, che ho svolto questo lavoro prima come co.co.co e poi come autonomo occasionale, che aspettano una tutela legislativa. Nel nuovo contratto non c’è NESSUNA tutela, perché quanto proposto è già realtà per tutte le grandi piattaforme: è stato messo per iscritto ciò che viene già garantito ai rider, ovvero l’indifferenza. Lei non sa, perché chi scrive un articolo del genere evidentemente non conosce i fatti e impiega soltanto l’immaginazione nel descrivere gli eventi, lei non sa in cosa consiste il lavoro del rider e quale condizione di precarietà questo comporta. UGL ha soltanto legittimato le condizioni di sfruttamento, perché di questo si tratta, imposte dalle grandi aziende del food delivery che sfruttano la fame di lavoro, fame che non viene tutelata dallo Stato. L’UGL è l’unico sindacato che ha partecipato al tavolo per il CCNL perché obbedisce, come un piccolo cagnolino ubbidiente, alla voce del proprio padrone, e guarda caso tale sindacato è di destra: coincidenza?
Questo articolo non è soltanto inutile e pretestuoso ma pure fuorviante, perché non descrive affatto la realtà dei fatti.
Non c’è niente da fare, a sinistra e company devono essere per forza loro i primi della classe, se no subito, fascisti, e insulti vari.
Quanto scrive il signor Luca Benvenuto ci pone un altro dubbio, un inquietante interrogativo: non è forse che Assodelivery avesse bisogno di un’organizzazione sindacale per siglare un accordo che avesse valenza giuridico/sindacale e quiandi ha concesso le briciole all ‘U.G.L. ? Se è successo questo e, sostanzialmente, di diritti, tutele e garanzie ai lavoratori se ne trovano poche, allora chiedo che l’articolista Filippo Burla intervenga nel dibattito. Faccio di più: l’argomento è ti tale rilevanza politica- per chi ha ancoraggi ideali al fascismo “di sinistra” e alla socializzazione – che l’intervento del direttore di P.N. Adriano Scianca sarebbe . opportuno. Se l’UGL è un sindacato che interpreta una visione succube del liberismo economico, oppure non è fino in fondo dalla parte di chi presta la sua opera alla aziende/multinazionali.che sia di destra non me ne frega niente e non meriterebbe alcuna difesa. Mai dalla parte delle multinazionali e di chi della logica del profitto fa la ragione primaria della propria filosofia aziendale.
Micu G. dalla terra di ‘nduja
Egregio Micu G., una cosa è purtroppo certa: il lavoratore si deve pagare da sé, altrimenti è impagabile. Sono le dure leggi della vita, prima che dell’ economia !! Creare delle possibilità di lavoro, mantenerle e renderle confacenti al buon andamento della comunità è obbligo sia morale che etico. Questo è il compito che esula molto dal singolo lavoratore… UGL? Purtroppo non ne so nulla, ma ricordando la vecchia Cisnal ritengo dipenda sempre dagli uomini e dalla loro buonafede e capacità di giostrare in questo ginepraio e mercato manicomiale! Senza sponda non si gioca neppure a biliardo! Per scardinare, ne abbiamo da pedalare…, anzi tutto contro l’ indebitamento individuale=schiavitù ! Con tutto il rispetto dovuto ai rider.
[…] procura di Milano, coordinata dal procuratore aggiunto Teresa Siciliano e la relativa notifica ai principali “sfruttatori” di rider si è incardinata intorno al decreto legislativo del 19 dicembre 1994 numero 758 intitolato […]