Roma, 28 dic – La controversia che oppone il movimento della tartaruga frecciata e il social network di Mark Zuckerberg sembrerebbe non essere ancora terminata, nei giorni scorsi è stata infatti confermata la chiusura della pagina Facebook del movimento nonostante in passato diversi provvedimenti giudiziari avevano riconosciuto la legittimità di CasaPound all’interno della piattaforma di Meta. Ora si prospetta un’ulteriore azione giudiziaria da parte di Cpi per difendere ancora una volta la propria libertà di espressione e agibilità politica.
Ribaltata la decisione sulla chiusura della pagina Facebook di CasaPound
“La decisione di confermare la chiusura della nostra pagina Facebook mette ancora una volta in evidenza la necessità di costituire un chiaro quadro normativo per regolare i social network. Questi ultimi sono diventati, di fatto, mezzi di comunicazione di massa e l’eliminazione di account e pagine limita enormemente la possibilità di poter comunicare, tanto più se si tratta di messaggi politici e/o elettorali”. A commentare la sentenza degli scorsi giorni arriva una nota di CasaPound Italia. “In passato – continua la nota – in diverse occasioni Facebook ha censurato la pagina, nascondendola e limitandone la visualizzazione e diversi provvedimenti giudiziari hanno dato ragione ai ricorsi di CasaPound, imponendo a Meta di riattivare la pagina e di pagare una penale”.
CasaPound promette di continuare la battaglia contro chi cerca di chiudergli la bocca
“Fino a prova contraria, CasaPound che ha compiuto proprio ieri 19 anni, è un movimento che agisce nel rispetto delle leggi dello Stato e non è certo un’azienda privata come Meta che può decidere se sia o meno ‘un’organizzazione pericolosa’ né, tanto meno, limitarne arbitrariamente i mezzi di comunicazione. La decisione del tribunale è viziata da una errata interpretazione dei contenuti pubblicati sulla pagina stessa, che sono perfettamente legittimi, anche alla luce di alcune sentenze della Corte di cassazione. Forte di questo, Cpi appellerà e, nel mentre, continuerà a utilizzare tutti gli altri mezzi di comunicazione a sua disposizione e continuerà la sua battaglia contro chi si arroga il diritto di decidere chi può parlare e chi no”.
Andrea Grieco
1 commento
Ancora ‘sta questione Fb? Se vincete la causa definitivamente, mandateli pubblicamente a quel paese per sempre! Anche dal punto di vista etico Vi pare cosa esemplare operare ancora con loro? Ma da quando in qua si lavora con chi ti si dimostra avverso? Manco foste una azienda, pure con dipendenti, alla canna del gas prostrata davanti alla banca di turno…