Roma, 15 dic – Solitudine, noia e i difetti riflessi nelle riprese dei computer e degli smartphone. Queste alcune delle ragioni che hanno spinto molte italiane (e italiani) a ricorrere alla chirurgia estetica in tempi di coronavirus.
Il mercato della chirurgia estetica nel lockdown
Su Repubblica la testimonianza di Federica, life coach di Bergamo: “Col lockdown di marzo ho cominciato a lavorare in smart working e guardandomi al computer ho cominciato a percepire i miei difetti”. Una testimonianza che rende innegabile il collegamento tra il boom della chirurgia estetica e chirurgia plastica e il lockdown di cui è “colpevole” il coronavirus. Un mercato, quello di queste operazioni, che non ha subito nessuna flessione negativa.
“Colpa di selfie e conference call”
Spiega dunque il chirurgo milanese Valeriano Vinci: “Un po’ com’era successo per il boom dei selfie con le conference call siamo costretti a vedere molto spesso la nostra immagine nel rettangolo degli schermi. E le telecamere possono deformare il viso. Di qui la necessità, anche per reazione al periodo che viviamo, di rivolgersi a uno specialista”. Dello stesso aviso Daniele Fasano, presidente del congresso 2021 della Sicpre: “Molte delle mie pazienti recenti mi hanno detto che gestire una degenza da casa permette di non dover giustificare la propria mobilità e consente al tempo stesso di lavorare”. Dopo le riaperture, alcuni pensavano che ci sarebbe stato un calo nel ricorso ai ritocchini: “Nel mio caso registro un aumento significativo degli interventi poco invasivi, soprattutto al volto e alle palpebre”, sostiene Franco Perego, docente presso la Scuola di Chirurgia Plastica dell’università di Padova. “Le persone chiuse in casa si guardano di più e interiorizzano maggiormente i loro problemi. Per questo poi si rivolgono a noi”.
Ed è boom di natiche rifatte
Lo stesso desiderio di “bellezza” è confermato da Daniele Spirito, chirurgo plastico di Roma e docente presso la Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università di Milano. “Nell’ultimo anno la richiesta di gluteoplastica è aumentata moltissimo, in particolare in questi mesi in cui si gioca d’anticipo per esibire glutei alti, sodi e ben proporzionati nel corso della prossima estate. Questa maggiore predisposizione a rimodellare il lato b si può ricondurre a un duplice fattore: la volontà di prendersi più cura di sé per esorcizzare la paura e lo stress legati alla crisi da Covid-19 che stiamo vivendo e le tecniche innovative che oggi abbiamo a disposizione, rivoluzionarie rispetto al passato, in grado di garantire risultati duraturi, minori complicanze e una rapida ripresa. L’impatto estetico è grandioso: glutei scesi, svuotati o poco sporgenti trovano nuova rotondità grazie all’innesto di protesi confortevoli”. Peccato che quelli nella riunione con Zoom coi colleghi non si vedano.
1 commento
Ma i soldi da dove li tirano fuori? Io rimango basito a sentire certe “priorità” da mezze seghe