Roma, 1 apr – Una discarica abusiva a cielo aperto e manifesti dei centri sociali. C’è di tutto all’interno del centro d’accoglienza al Tiburtino III in via del Frantoio, periferia romana, che ieri ha ricevuto la visita di Simone Di Stefano e Mauro Antonini, rispettivamente candidati a sindaco di Roma e alla presidenza del IV Municipio della capitale.
Il centro d’accoglienza, gestito dalla Croce Rossa Italiana, accoglie al momento svariati profughi o sedicenti tali, in una struttura pubblica già in passato finita nelle cronache per via di una gestione non proprio trasparente né efficiente, oggetto in passato anche di un blitz da parte sempre di Antonini insieme al senatore Francesco Aracri.
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A differenza del blitz, questa volta gli uomini della Croce Rossa sembrano aver preso tutte le precauzioni necessarie. Le riprese sono infatti vietate, in special modo all’interno. Ciò non impedisce ai due candidati di entrare comunque nella struttura, trovandosi di fronte almeno due sorprese. Anzitutto una vera e propria discarica abusiva (dalla CRI sostengono già esistente prima del loro arrivo alla gestione del centro ‘accoglienza: allora perché non hanno mai provveduto a bonificarla?), a distanza di pochi metri da un’adiacente scuola, separata da una semplice rete metallica coperta da teli. In secondo luogo la presenza di manifesti dei centri sociali che offrono, fra le altre cose, servizi ai clandestini. Abbastanza per far sorgere spontaneamente più di qualche domanda a Di Stefano: “Chi è che gestisce questa struttura? Chi è che paga e chi è che prende i soldi? Perché questa gente sta qui? A che titolo sta qui? Perché non si può visitare una struttura pubblica senza fare delle fotografie? Perché c’è della militanza politica all’interno di una struttura che dovrebbe essere riservata, diciamo così, all’accoglienza?”.
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