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Botte ai pusher africani, a Bologna gli italiani si fanno giustizia da soli

by La Redazione
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1765_spaccio_droga_pontileBologna, 25 gen – Quando lo Stato perde il controllo del territorio, quando la sovranità di un quartiere è ormai persa, è giusto che chi abita da sempre quel luogo intervenga, anche a muso duro, per risolvere la situazione. E’ quanto è successo a Bologna, precisamente nel quartiere della Bolognina, dove un gruppo di italiani armati di manganelli e spray al peperoncino è intervenuto per “bonificare” l’area da tempo sotto il totale controllo degli immigrati e in particolare dei pusher di origine africana. Chi abita a Bologna sa bene quanto il degrado e lo spaccio abbiano fatto della Bolognina un luogo invivibile. E così un gruppo di italiani arrabbiati ed esasperati ha deciso di passare all’azione, sortendo almeno per alcune ore, come riportato da più di un testimone, l’effetto sperato. Gli spacciatori infatti hanno abbandonato la tradizionale piazza di spaccio.

L’azione più precisamente si è svolta in via Franco Bolognese. Secondo quanto riportato da un testimone “sette-otto persone con i giubbotti scuri, cappelli, sciarpe alzate sul viso, hanno rincorso un gruppo di spacciatori e li hanno picchiati”. Soprattutto durante la notte il quartiere, e in particolare via Bolognese, è vessato da continue liti. Anche se a quanto si apprende è la prima volta che un’azione del genere, di italiani che intervengono direttamente contro spacciatori africani, viene condotta. Il procuratore di Bologna, Valter Giovannini, ha ovviamente condannato il gesto e aperto un’indagine “non è tollerabile la giustizia fai da te. Piuttosto chi può li fotografi mentre spacciano, da distanza di sicurezza, e invii le foto alle forze dell’ordine o alla Procura: in questo modo si può veramente aiutare chi deve fare le indagini“.

Senza dubbio non è ammissibile, dal punto di vista dello Stato, la giustizia fai da te, ma è anche vero che questo tipo di prescrizioni, “inviare le foto alle forze dell’ordine”, ricordano per efficacia quelle che il sindaco di Colonia ha prescritto per le donne della città dopo gli stupri di massa ad opera degli immigrati “teneteli ad un metro di distanza e chiamate la polizia”. Il problema esiste e se da una parte una certa linea politicamente corretta impone di condannare chi si fa giustizia da solo, dall’altra è impossibile non sottolineare come l’assenza dello Stato in certe periferie delle nostre città sia ormai insostenibile, generando un’esasperazione nei cittadini che è davvero difficile condannare.

 

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adriano 25 Gennaio 2016 - 6:11

Il problema è che comunque si avvertissero le forze dell’ordine, dopo due giorni quegli individui sarebbero allo stesso posto a spacciare. Ma perchè invece di arrestarli e metterli in carcere a nostre spese non li riportiamo al paese d’origine senza modo di poter ritornare (legalmente) in Italia??

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