Roma, 29 lug – «Mio marito mi aveva detto che avrebbe portato nostro figlio a fare una passeggiata, invece ha cercato di venderlo. Mi fidavo di lui». Queste le parole della diciottenne rom madre del bimbo di tre anni che il padre aveva cercato di vendere ai turisti sul lungomare di Ostia offrendo prestazioni sessuali in cambio di denaro. La donna, intervistata dal Messaggero, ha spiegato che il 23enne rom e il piccolo erano usciti altre volte insieme e di essere all’oscuro di tutto. Dichiarazioni che stridono con le condizioni del bimbo al momento del suo ingresso al pronto soccorso dell’Ospedale Grassi: arrivato sporco, denutrito, scalzo e seminudo, in stato di shock e incapace di parlare, risulta difficile non imputare le sue condizioni ad una negligenza prolungata da parte della famiglia. La sua posizione è al vaglio della magistratura.
La donna, che risiede insieme al coniuge nel complesso di edilizia popolare Le Salzare di Ardea ed è madre anche di un secondo bambino, appreso del ricovero del figlio ha chiesto di poter incontrare il piccolo. Autorità e servizi sociali hanno accordato l’incontro, che avverrà sotto la sorveglianza di agenti e militari.
Condizioni ancora critiche
Restano estremamente critiche le condizioni del bimbo che si trova in ospedale da domenica mattina, dove è tenuto sotto stretta osservazione, circondato da una rete di medici, infermieri e psicologi, mentre il Tribunale dei Minori ha nominato un tutore, in attesa che ne valuti l’affido. Ricoverato in forte stato di shock e disidratazione, mostra ora segni di grande malessere psicologico: non parla – non dice nemmeno “mamma” o “papà” – piange e si ritrae spaventato alla vista delle figure maschili. I medici che lo stanno tenendo sotto osservazione, spiega Il Messaggero, stanno cercando di capire se il mutismo sia dovuto allo shock o a una patologia e stanno portando avanti tutti gli accertamenti del caso per verificare il suo stato di salute.
La magistratura indaga
Nel frattempo i magistrati stanno esaminando la posizione dei genitori, compreso un eventuale coinvolgimento della madre – che continua a sostenere di essere all’oscuro di tutto – nella vicenda. Il padre risulta attualmente detenuto nel carcere di Regina Coeli in attesa dell’udienza di convalida: nei suoi confronti pende l’ipotesi di sfruttamento della prostituzione minorile e rischia di perdere la patria potestà.
Cristina Gauri