Genova, 1 lug – La Corte d’Appello di Genova ha stabilito in una sentenza che una bimba non potrà essere figlia di una coppia composta da due donne; solo il nome della madre biologica, quindi, comparirà sul certificato di nascita della piccola. I giudici di secondo grado hanno quindi accolto il ricorso, presentato dall’amministrazione comunale di Genova, contro la sentenza di primo grado emessa nel novembre 2018, nella quale veniva riconosciuta la bi-genitorialità alla coppia omosessuale. Le due donne avevano deciso di ricorrere alle vie legali in seguito alla decisione del Comune che aveva impedito alla «seconda madre» di comparire sul certificato di nascita della bambina. I giudici avevano dato ragione alle donne, stabilendo per il Comune l’obbligo di registrazione della madre non biologica sul certificato di nascita. Da qui il ricorso del Comune in Appello e la sentenza arrivata che ribalta la precedente.
Qualche mese fa la Cassazione aveva stabilito che i bimbi nati in Italia, ma concepiti all’estero con la procreazione assistita da una coppia formata da due donne – una sola delle quali porta avanti la gravidanza – possono avere una sola madre, e sarebbe colei che dà alla luce il bambino.
«Si tratta di una decisione che ribalta di fatto l’orientamento espresso dal giudice di primo grado – sostiene il consigliere delegato agli Affari legali del Comune di Genova Federico Bertorello –. Naturalmente si tratta di una pronuncia sul caso singolo, ma che – come tutte le sentenze – potrà essere richiamata in sede giurisprudenziale per casi analoghi. Come Amministrazione avevamo deciso di andare avanti poiché ritenevamo che il precedente provvedimento fosse viziato da elementi che ne inficiavano la legittimità».
La decisione ha, come prevedibile, scontentato il mondo arcobaleno. «Il Comune di Genova ha ben poco di cui gioire: quando a una madre viene negata la genitorialità rispetto al proprio figlio, siamo di fronte a un dramma», così dichiara il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino. «A prescindere da qualsiasi sentenza e a prescindere dalla deprecabile esultanza del consigliere comunale leghista di Genova, che sembra essere contento per aver tolto un genitore dal certificato di nascita di una bambina, tutti i nostri figli e tutte le nostre figlie continueranno ad avere due mamme o due papà. In questo momento non possiamo che prendere atto della sentenza esprimendo delusione e vicinanza alle due mamme. Ancora una volta un bambino viene privato del diritto di essere accudito per legge da entrambi i suoi genitori», è il duro commento di Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno, l’associazione che rappresenta le famiglie omogenitoriali. «Non è più tollerabile – conclude Goretti – che le nostre vite, e prima ancora quelle dei nostri figli e figlie, siano appese alle decisioni dei tribunali a cui siamo dovuti ricorrere per far valere i nostri diritti».
Cristina Gauri