Roma, 17 gen – Secondo Matteo Bassetti le cifre dei contagi e dei decessi relative alla seconda ondata tardano ad abbassarsi perché non sono stati messi in sicurezza gli anziani.
«L’errore è stato non fare nulla per mettere in sicurezza le persone anziane. Mentre abbiamo chiuso i giovani in casa – spiega a Il Giornale d’Italia il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – in didattica a distanza limitando i loro contatti relazionali, le abitudini delle persone anziane non sono cambiate affatto». Più che chiudere gli anziani in casa, Bassetti pensa invece a una differenziazioni di «orari e trasporti».
Bassetti: anziani in sicurezza differenziando gli orari
Secondo Bassetti sarebbe stato meglio, per gli anziani, se nei mesi scorsi avessero evitato, di utilizzare il trasporto pubblico la mattina presto. «Alle 7.30 è più giusto che il mezzo di trasporto pubblico lo prenda il 40enne che si reca sul posto di lavoro piuttosto che l’85enne», continua. «Al supermercato, se vogliamo evitare che ci siano contagi, magari meglio che il sabato mattina ci vanno solo quelli che lavorano e non le persone anziane. Una serie di cose importanti che non si sono mai volute fare, forse anche per una questione politica».
Il nodo dei trasporti pubblici
Se è vero che «I comportamenti individuali sono quelli che influenzano il tutto», l’infettivologo fa luce sulla necessità che questi ultimi «siano supportati da un’organizzazione». Bassetti si riferisce al nodo tutt’ora irrisolto, dei trasporti pubblici: «Se per andare a lavorare devo salire su un mezzo pubblico affollato, posso indossare tutte le mascherine che voglio, ma alla fine mi contagio e mi infetto ugualmente».
E dopo un anno di convivenza con il virus, «non mi pare che alcune cose siano cambiate in maniera importante. Vedo spesso fotografie di trasporti pubblici molto affollati e quindi, indubbiamente, c’è un problema di organizzazione».
Il «cattivo esempio» di Conte
Il medico non perde l’occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa e condannare l’episodio, avvenuto alcuni giorni fa e fortemente criticato, che ha visto il presidente del Consiglio Conte creare un grosso assembramento di giornalisti dopo aver improvvisato una conferenza stampa in una strada del centro di Roma: «Si tende a pensare sempre che a comportarsi bene debba essere qualcun altro. Basti pensare a quello che è successo qualche giorno fa quando il presidente del Consiglio è uscito dal Quirinale per tornare a Palazzo Chigi. I giornalisti accalcati attorno al presidente, a mio parere, sono un assembramento. Si tratta di comportamenti errati che, se esercitati da chi ricopre cariche pubbliche, risultano ancora più gravi».
Cristina Gauri
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