Roma, 18 dic – Le avanguardie culturali del pensiero unico incarnano a pieno i deliri del politicamente corretto, cercando di propagandare un modello di apparente e vuota inclusività ma che in realtà rappresenta la peggiore scure inquisitoria impugnata da chi si erge a sacro censore di tutto ciò che non è omologato. Il podio in questo ambiente spetta di diritto a Feltrinelli, da sempre in prima linea nell’opera di questa tentata rivoluzione ortografica. Ora, all’interno degli oltre 120 punti vendita della famosa catena di librerie ci si può imbattere in libri o fumetti per bambin*, giusto per essere sicuri di vendere i prodotti a qualcuno.
La Feltrinelli in prima linea nelle violenze alla cultura
Il Gruppo Feltrinelli non è nuovo ad atteggiamenti che strizzano l’occhio alla peggiore retorica woke. La holding da un fatturato di centinaia di milioni di euro, negli anni, ha deliziato il proprio pubblico con boicottaggi e censure, salvo poi in alcune situazioni spogliarsi delle proprie vesti di “attivisti” in nome del tanto amato capitalismo che non guarda in faccia a nessuno. Che l’opera strumentale di “woke washing” sia da anni al centro delle operazioni di marketing delle principali società è un fatto. Ciò non toglie la follia e la pericolosità di un processo storico che continua a violentare la cultura e mandare al macero qualunque buonsenso.
La follia woke un virus da annientare
Proprio pochi giorni fa, dal palco di Atreju, Elon Musk tuonava contro la mentalità woke: “Un virus, un messaggio d’odio anziché un messaggio d’amore”, creata da “pazzi di sinistra nei college americani” e ora diffusa in tutto il mondo. I signori di Disney, Netflix e molti altri come Feltrinelli e alcune istituzioni politiche (Unione europea in primis) si prodigano in questo attacco alle opinioni, includendo nella loro critica alle ingiustizie solamente ciò che non si omologa a questo pensiero. Una finta inclusività che nasconde un pericolo esistenziale.
Andrea Grieco