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“Arrestiamo i parlamentari”. Perquisizioni in tutta Italia per i leader dei Forconi

by Davide Romano
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Movimento 9 dicembre forconi danilo calvani mandato di arrestoRoma, 22 mar – La polizia sta eseguendo perquisizioni in tutta Italia nei confronti di esponenti del Movimento dei Forconi. Nelle province di Ascoli, Campobasso, Como, Firenze, Latina, Roma, Taranto e Treviso gli uomini della Digos, coordinati a livello nazionale dalla direzione centrale di prevenzione, sono entrati in azione dopo che sul blog e le pagine social dei Forconi, il 29 dicembre scorso si era data indicazione agli attivisti di eseguire il cosiddetto “ordine di cattura popolare”. In un documento redatto dalle persone ora indagate si incitava ad arrestare tutti i parlamentari della Repubblica Italiana, i ministri e pure il Presidente della Repubblica. Una dimostrazione pratica delle modalità dell'”ordine di cattura popolare” era stata fornita qualche mese fa, precisamente il 14 dicembre scorso, con la sceneggiata fuori Montecitorio dell'”arresto” del deputato di Forza Italia, Osvaldo Napoli, quando alcuni esponenti dei Forconi lo avevano accerchiato.

Dalle denunce presentate dal deputato, che riguardavano 14 persone, sono partite le indagini che hanno poi condotto alle perquisizioni di questa mattina. Tra le persone interessate dal mandato risultano esserci anche i responsabili dell’aggressione al deputato forzista. “E’ inoltre emerso che gli indagati hanno depositato in alcuni uffici di polizia l’ ‘Ordine di cattura popolare’ e hanno postato sui social network diversi proclami di rivolta sociale“, si legge nel comunicato diramato dalle forze dell’ordine, che sembrano le uniche a dare davvero credito alle minacce spuntate dei Forconi. Il Movimento 9 dicembre infatti, questa la dicitura ufficiale, è ormai di fatto polverizzato e capace di un seguito a dir poco residuale. Il pontino Danilo Calvani e gli altri leader, che annunciano per questa mattina una conferenza stampa in risposta alle perquisizioni, alle ultime elezioni hanno ottenuto percentuali da prefisso telefonico, continuando ad agitare come un feticcio la “data storica” del 9 dicembre 2013, l’inizio della “Rivoluzione Italiana”. Mobilitazione che ottenne in un primo momento qualche risultato ma che si rivelò un flop già a distanza di una settimana, con la manifestazione fallita di piazza del Popolo a Roma.

La forza iniziale dei forconi, quella della trasversalità e di un programma a dir poco vago i riassumibile nell’espressione “tutti a casa”, si è trasformata immediatamente in debolezza non appena superata la primissima fase (alcuni giorni) che non hanno portato al tanto decantato “assalto al palazzo d’inverno”, come novelli Guy Fawkes. Alcuni irriducibili hanno continuato a manifestare in piazze deserte colorate da qualche bandiera fino ad oggi, emanando proclami tipo questo: “l’Italia sia “in una grave situazione di insostenibilità giuridica, che si perpetua nel tempo, con grave rischio delle libere e democratiche Istituzioni della Repubblica. Tocca, pertanto, al Popolo sovrano, attesa l’inerzia intollerabile della magistratura e dei vertici delle forze di polizia, peraltro abusivi in quanto nominati da governi abusivi, di procedere nei confronti dei governanti e parlamentari abusivi nei termini di legge. Il Comitato per la Legalità emana ordine di cattura popolare a carico delle persone, dianzi indicate la cui esecuzione spetta alla polizia giudiziaria, avvertendo che se ciò non dovesse essere adempiuto saranno i cittadini ad operare in conformità alle norme in premessa e del codice di procedura penale”.

Davide Romano

 

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