Roma, 27 dic – Prima notizia: esiste ancora l’App Immuni. Seconda notizia: tra quattro giorni non esisterà più. Finita nel dimenticatoio dei più, l’applicazione escogitata dal secondo governo Conte per la gestione del sistema di allerta Covid-19, verrà definitivamente dismessa dal 31 dicembre. Il ministero della Salute fa sapere infatti che “verrà interrotto ogni trattamento di dati personali effettuato” dal dicastero “ai sensi dell’articolo 6 del decreto legge 30 aprile 2020, n. 28, convertito con modificazioni dalla legge 25 giugno 2020, n. 70”.
Addio App Immuni, c’eravamo tanto ignorati
Lanciata nel giugno del 2020, l’App Immuni si era rivelata subito un clamoroso flop. Due mesi dopo la sua creazione, i dati ne fotografavano l’indiscutibile fallimento: soltanto 5 milioni di download, pari al 13% della popolazione. In sessanta giorni la crescita era stata risibile, nonostante le previsioni ampiamente ottimistiche della task force messa in campo dall’esecutivo di allora, secondo la quale Immuni avrebbe dovuto essere scaricata da almeno il 60% della popolazione. D’altronde l’Italia non faceva eccezione, se consideriamo che le applicazioni per il tracciamento dei contagi si sono rivelate un fallimento globale.
A novembre 2020 fu lo stesso Domenico Arcuri, allora commissario all’Emergenza Covid, ad ammettere il buco nell’acqua. “L’App Immuni non ha sortito i risultati attesi“, disse Arcuri durante una conferenza stampa. “I download sono oltre i dieci milioni – spiegò – ma per adesso non abbiamo avuto la risposta che ci aspettavamo in termini di scoperta dei contagiati”.
Sta di fatto che dal 31 dicembre la App Immuni non sarà più disponibile negli store delle applicazioni mobile (Apple, Google etc.). E sugli smartphone dei pochi italiani che l’hanno installata? Il ministero della Salute precisa che semplicemente non funzionerà più per attivare e ricevere le notifiche di allerta di eventuale contatto stretto con altri utenti dell’applicazione per le finalità del contact tracing digitale. Funzionerà magari per acquisire le certificazioni verdi, alias green pass? Neppure, sarà in grado solo di conservare quelle acquisite. D’altronde già lo scorso settembre la “povera” applicazione arrancava, o per meglio dire sembrava proprio fuori uso. Come se avesse deciso di gettare la spugna preventivamente. Quando si dice la preveggenza virtuale.
Alessandro Della Guglia