Roma, 15 mar – Ogni 15 marzo ricorre la giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla lotta contro i disturbi alimentari. Fu ideata da Stefano Tavilla, presidente dell’associazione “Mi Nutro Di Vita”, il quale purtroppo perse sua figlia Giulia a causa di problemi legati alla bulimia nel 2011. Stando a quanto testimoniato dal Centro DCA, le ricerche epidemiologiche sui disturbi alimentari risalgono a 15 anni fa e dunque sono poco aggiornate. Si stima che circa 2 milioni di giovani ne siano afflitti, con un rapporto di oltre 10 adolescenti ogni 100.
Anoressia e disturbi alimentari, casi aumentati durante la pandemia
Sebbene buona parte dei disturbi alimentari si verifichi prevalentemente in un’età che va dai 6 anni fino a quella adolescenziale, si sono riscontrati nel tempo anche vari casi tra le donne over 70. L’anoressia è sicuramente uno dei disturbi alimentari più pericolosi, sia per il tasso di suicidi, sia per le complicazioni mediche legati alla cura della malattia. Tra gli altri disturbi alimentari troviamo la bulimia, la quale si può verificare anche negli individui di peso normale, mentre chi soffre di disturbi legati all’alimentazione incontrollata è spesso in sovrappeso.
Purtroppo queste patologie hanno una lunga durata: si parla di 8 anni in media per l’anoressia e 5 per la bulimia, dunque la guarigione richiede tempo e pazienza nell’affrontare cure necessarie. Secondo uno studio di Hay et Al del 2017, sono state individuate le percentuali inerenti la diffusione dei disturbi alimentari: l’anoressia ha una diffusione dell’8%, il disturbo della restrizione del cibo il 5% (ARFID), il disturbo da alimentazione incontrollata è del 22%, la bulimia è al 19%, mentre gli altri disturbi OSFED coprono il 47%.
E’ chiaro che prima si ricevono le cure per combattere questi disturbi e maggiore sarà la possibilità di guarigione. Spesso i giovani “affamati d’amore”, dunque con problemi di tipo affettivo, sono bersaglio di queste patologie, stando anche a quanto segnalato dall’Istituto Superiore di Sanità. Inoltre durante la pandemia da Covid 19 i casi legati a questi disturbi sono aumentati vertiginosamente.
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L’informazione che serve
Per aiutare chi soffre di disturbi alimentari, servirebbe una maggiore attenzione da parte delle istituzioni, di fatto l’informazione su queste patologie dovrebbe essere estremamente accurata, al fine di comunicare correttamente tutte le notizie inerenti le cure e la manifestazione dei sintomi. Sicuramente tra le concause inerenti l’aumento e la comparsa dei disturbi alimentari, vi è anche la visione distorta di canoni estetici spesso improponibili e perfetti solo all’apparenza, i quali tendono frequentemente a deperire la coscienza delle persone: basterebbe fare un giro sui social network per constatare la fattualità di questa argomentazione. Combattere questo genere di disturbi non è un’impresa semplice, ma è un dovere necessario per il benessere degli individui e della collettività, perché la salute fisica e mentale dei giovani e della popolazione in generale, dovrebbe essere una priorità per ogni Stato civile che si rispetti.
Gabriele Caramelli