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Altri 44 arresti. Ancora nel mirino il business dell’accoglienza

by La Redazione
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buzziRoma, 4 giu – I carabinieri del Ros stanno eseguendo, in queste ore, 44 arresti fra Lazio, Abruzzo e Sicilia per associazione a delinquere e altri reati. E’ il secondo capitolo dell’inchiesta “Mondo di mezzo” della Procura di Roma, nota alle cronache con l’appellativo di “Mafia capitale“. Le persone coinvolte sono accusate a vario titolo per reati quali l’associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta. Sono 21, inoltre, le persone indagate in stato di libertà. Fra gli arrestati anche Luca Gramazio, consigliere regionale del Lazio ed ex capogruppo di Forza Italia alla Pisana.

I provvedimenti emessi, sulla scorta di quanto emerso dalle indagini, confermerebbero “l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”. Una struttura che ha messo le mani su uno degli affari più redditizi degli ultimi tempi, vale a dire il business dell’accoglienza degli immigrati. Gli inquirenti parlano di un “ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori“.

Elemento ormai comune nell’ambito dell’inchiesta è poi la trasversalità, istituzionale e politica, che lega gli episodi, con Partito Democratico e mondo della cooperazione a fungere da soggetti catalizzatori. A spiegarlo sono gli stessi inquirenti: “È stata acclarata la centralità di Salvatore Buzzi“, si legge nella nota diramata. Buzzi era uomo vicino al Partito Democratico, con un filo diretto sia con il Campidoglio che con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a sua volta ex presidente di Legacoop.  E proprio con le cooperative Buzzi avrebbe funto da trait d’union: il ruolo di Buzzi, prosegue infatti la nota, era quello di essere “punto di riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate”.

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