Roma, 9 set – “Abuso d’ufficio”: indagati l’ex procuratore aggiunto Ilda Boccassini, il marito, il capo dell’antiterrorismo Alberto Nobili, e il comandante della Polizia locale di Milano Marco Ciacci. A far scattare le indagini della procura di Brescia l’esposto-denuncia dell’ex comandante di Milano Antonio Barbato. L’inchiesta riguarda quanto accaduto dopo l’incidente stradale che il 3 ottobre 2018 coinvolse in viale Montenero, a Milano, la figlia di Nobili e Boccassini. La ragazza, a bordo di uno scooter, aveva investito l’infettivologo Luca Valtolin che stava attraversando sulle strisce pedonali con le borse della spesa in mano. Il medico nell’impatto sbatté violentemente la testa e morì nei giorni successivi.
Boccassini e Nobili indagati per abuso d’ufficio per l’incidente della figlia
Nel gennaio 2020 poi la figlia di Nobili e Boccassini, accusata di omicidio stradale, ha patteggiato una condanna a 9 mesi per omicidio colposo risarcendo i familiari della vittima. Ma secondo l’esposto-denuncia di Barbato nelle ore successive all’incidente poi rivelatosi mortale si verificò qualcosa di quanto meno “irrituale“. Innanzitutto, la presenza sul luogo dell’incidente del capo dei vigili Ciacci, “in apparente violazione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici – come riporta il Fatto Quotidiano -, visto, in particolare, i rapporti professionali pregressi tra Ciacci e uno dei due magistrati“. Inoltre, “non furono disposti né l’alcol test né le analisi per capire se l’investitore avesse assunto sostanze stupefacenti“.
Il possibile conflitto di interessi
Sempre secondo l’esposto-denuncia, il fascicolo è stato preso in carico dalla Procura di Milano “in un periodo dove non solo Nobili ma anche Boccassini erano nel pieno delle loro funzioni“. Quello che emerge dunque è un possibile conflitto di interessi. Oltre che un’indagine potenzialmente “inquinata” da amicizie e rapporti privati, sempre secondo Barbato. Ma attenzione, nonostante il quadro che è emerso, la procura di Brescia ha comunque chiesto l’archiviazione.
“La tesi accusatoria è che vi fu una chiamata del magistrato al capo dei vigili“, riporta sempre il Fatto. Dai verbali infatti risulta come lo stesso Ciacci, sentito dalla commissione sicurezza del Comune, abbia ammesso di aver ricevuto la telefonata da Nobili. Ciacci però non ne ha riportato il contenuto. Secondo la versione del capo dei vigili, si trovò sul posto solo per puro caso, in quanto stava andando in un ristorante con la moglie in zona.
La procura di Brescia ha chiesto l’archiviazione
Il dato oggettivo però è che la figlia della Boccassini quella sera non fu sottoposta ad alcol test e droga test. Tuttavia lo scorso 3 settembre, il pubblico ministero titolare dell’inchiesta ha chiesto l’archiviazione delle accuse di tutti gli indagati. Ora la richiesta dovrà passare al vaglio di un giudice preliminare. Resta però il fatto che la pubblica accusa ha ritenuto che non vi sia stata un abuso d’ufficio da parte di Ciacci, né una pressione illecita da parte dei due potenti genitori dell’indagata. Il giudice ora dovrà valutare se le prove messe agli atti in questi mesi sono sufficienti per ottenere l’archiviazione o se sarà necessario un supplemento di indagini.
Ludovica Colli
3 comments
La vergogna diventa clou nel processo con rito abbreviato (utile per gli amici degli amici, come la precedente legge sui pentiti), consentito da chi e perché ?!?!
E’ normale che i genitori (poco magistrati), vogliano salvare la figlia, ma chi e che cosa lo consente? Tra gli altri un capo dei vigli “scuola Eleuterio Rea”, quest’ ultimo successivamente ai favori prestati pure “compare” di A. Di Pietro !
Documentarsi ed andare oltre, grazie.
[…] Fonte e diritti articolo […]
Vi meravigliate ancora?
Quando c’entra qualcuno “colluso” con lo Stato… non è stato 😀
https://massimosconvolto.wordpress.com/2019/09/15/chi-e-stato/
https://massimosconvolto.wordpress.com/2020/01/28/inopinabile/
Ora devo fare causa a Mario Draghi visto che un giudice ha applicato la Sua ideologia (presumo Democratica) anziché la legge come avrebbe dovuto per precipua funzione istituzionale.
La verità ha trionfato ma l’ “errore” mi è costato circa 2 decine di migliaia di euro.
Chissà se Marione caccerà i soldi, tanto poi Lui, io no, può rivalersi direttamente sul Magistrato.
Non nutro grandi speranze cominque proprio perché lo Stato non è mai stato e infatti in Procura Distrettuale hanno già insabbiato.