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Serie A, Roma-Inter è stata (anche) una sfida infinita

by Marco Battistini
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Roma, 20 ott – Il principio e la fine. Da un parte tutti si ricorderanno del pregevole cucchiaio con il quale Francesco Totti nell’ottobre 2005 illuminò di giallorosso la Scala del calcio. Dall’altra nessuno può aver dimenticato la cavalcata di Diego Milito che decise la Coppa Italia 2009/10, primo vero passo verso il triplete nerazzurro. Questa sera andrà in scena Roma-Inter, storia di uno scontro infinito, almeno – o meglio, anche – per quel lustro di pallone italiano.

Le più longeve del campionato unico

Se la rivalità propriamente detta è cosa abbastanza fresca, stiamo pur sempre parlando delle compagini più longeve per presenze nel campionato unico. I meneghini militano ininterrottamente in Serie A fin dall’inizio (stagione 1929/30, quando ancora era Ambrosiana). La realtà capitolina invece tornò in massima serie nel 1952, dopo una fulminea parentesi cadetta. Il podio delle partecipazioni insomma è roba loro: novantatré gettoni per l’Inter, uno in meno ne conta la Roma – a pari merito con la Juventus.

Interessante poi il precedente continentale del maggio 1991. Ovvero quando il Biscione e la Lupa si ritrovarono di fronte per giocarsi l’ultimo atto della Coppa Uefa (tutta italiana). Era ancora il tempo delle finali europee “andata e ritorno”: la rete di Rizzitelli non bastò per ribaltare le giocate decisive di Nicola Berti.

La stagione delle sfide spettacolari

Ma torniamo in patria. L’assaggio di quello che sarebbe avvenuto nel post-Calciopoli ce lo diede la Coppa Italia 2005/06. Il 3 maggio si chiude in parità, una settimana più tardi – nell’incrocio tra futuri cittì della nazionale azzurra – gli uomini di Mancini chiudono la pratica Spalletti già nella prima frazione, cucendosi di fatto la coccarda sul petto.

Stesse contendenti l’anno successivo. Roma-Inter finisce con un roboante 6-2 e trasforma la successiva gara del Meazza in semplice passerella per chi ha cannibalizzato la stagione. Se non fosse bastato l’antipasto spettacolare della Supercoppa (un 4-3 per i nerazzurri che ai supplementari ribaltano lo 0-3 della prima mezz’ora), in Serie A le duellanti mettono insieme oltre centosettanta punti. L’unica sconfitta dei nerazzurri campioni d’Italia? Ovvio, contro i giallorossi.

Roma-Inter: scudetti, supercoppe e coccarde

L’Inter vincerà anche i successivi tre campionati. Ma non senza problemi. Sì, perché sia nel 2007/08 che nel 2009/10 il tricolore prende la via di Milano solamente negli ultimi 90’ di gioco. Sotto l’acquazzone di Parma saranno decisive le giocate di un Ibrahimovic recuperato a gara in corso, nell’anno del mondiale sudafricano la Roma perderà punti sanguinosi in casa contro la Sampdoria ad aprile inoltrato.

Il tutto si equilibra però nelle partite secche. Ovvero nelle due Supercoppe decise dai rigori: la sassata nei tempi regolamentari dell’allora Capitan Futuro Daniele De Rossi – correva l’agosto 2007 – e la lotteria datata 2008 (6-5 per la squadra milanese). Ancora Roma-Inter, ancora Coppa Italia: Simone Perrotta mette la firma sulla sessantunesima edizione. Gli avversari, come anticipato in apertura, si rifaranno nel giro di due anni.

La sfida dell’Olimpico

Eccoci ai giorni nostri, con Roma-Inter che chiuderà questa domenica di pallone italiano. I padroni di casa ritrovano Dybala nell’undici titolare: rientro importante in una gara diventata difficile. Almeno per quanto riguarda lo storico del passato recente. È stata proprio la Joya a trascinare i giallorossi nell’unica vittoria delle ultime sette stagioni. L’argentino e Pellegrini andranno a sostegno di quel Dovbyk che sembra aver preso la dovuta confidenza con le aree nostrane. Cos’è mancato in questo avvio di stagione? I gol, appunto.

Sarà quindi negli spazi tra i reparti che si deciderà la gara. Anche se, dati i rapporti di forza, molto infatti dipenderà dai campioni d’Italia. O meglio, dalla loro tenuta difensiva, ultimamente non così stagna. La Roma – tra le migliori retroguardie del campionato – dovrà contenere l’asse mancino degli avversari – il triangolo formato da Bastoni, Dimarco e l’ex di turno Mkhitaryan. L’Inter evitare di esser presa nel mezzo tra difesa e settore nevralgico. Parola al campo, c’è uno scudetto da difendere e un piazzamento europeo da conquistare di nuovo.

Marco Battistini

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