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L’Atalanta e il salto di qualità: la Dea può davvero puntare allo scudetto?

by Marco Battistini
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Roma, 20 lug – Diverte, sforna giocatori in serie e continua a produrre utili. E adesso, per non farsi mancare nulla, ha pure iniziato a vincere. L’Atalanta allenata da Gian Piero Gasperini migliora di anno in anno e – a quanto pare – non vuole fermarsi all’affermazione dublinese del 22 maggio. Appena entrata a far parte delle ristretta cerchia di squadre capaci di affermarsi in Europa senza aver mai trionfato in patria (la compagnia è formata da Parma, Saragozza, Villarreal e West Ham), la regina delle provinciali ha subito l’occasione per fare il bis. Certo, l’impegno del 14 agosto contro il Real Madrid – Supercoppa Uefa – è di quelli proibitivi ma, nella particolarità della gara secca, la fionda del Davide di turno ha colpito diverse volte il gigante Golia. Sarà un discorso diverso nel lungo sentiero del campionato: abbandonato da tempo lo status di piccola, l’Atalanta può davvero puntare allo scudetto?

Rosa lunga: dal doppio portiere alla coppia Zaniolo-Scamacca

Champions League, Serie A e Coppa Italia. In campo da possibili protagonisti su almeno due fronti su tre, gli orobici stanno allestendo una rosa che possa – almeno numericamente – tenere l’urto di una serie d’impegni tanto ravvicinati, del famoso “giocare ogni tre giorni”. L’idea della società nerazzurra è quindi quella di mettere a disposizione del Gasp ventidue possibili titolari.

A partire dal “doppio” numero uno, con il dualismo in porta da riproporre dopo i buoni risultati dell’annata passata. Ovvero quando Carnesecchi parava in Italia e Musso nella vincente cavalcata della fu Coppa Uefa. Completo anche il pacchetto arretrato, con cinque giocatori già pronti a giocarsi il posto. Senza dimenticare che a gennaio tornerà dall’infortunio un certo Scalvini. In mezzo le batterie dei centrali e degli esterni verranno ultimate: sulla sinistra attenzione alla crescita di Ruggeri. A proposito, l’uscita di Koopmeiners dalla lista dei sacrificabili è un’ottima notizia per il tifo nerazzurro. Anche perché indebolirsi rinforzando allo stesso tempo una possibile rivale – la Juventus – non sarebbe stato il massimo della vita.

Toccherà poi a Zaniolo e Scamacca guidare l’attacco. La cura Gasperini dovrà rivitalizzare il primo e far esplodere definitivamente il secondo (sia chiaro, ci spera anche Spalletti). Anzi, il reparto avanzato è quello che qualitativamente parlando offre più carte da giocare. Molto – sogni di gloria compresi – passerà dalle giocate e dalla vena realizzativa della coppia classe ‘99.

L’Atalanta e la corsa scudetto, serve (molta) più continuità

Ora, obiettivamente l’organico è qualche gradino sotto rispetto all’Inter campione d’Italia. Bisognerà però capire se la Beneamata riuscirà a tenere l’incredibile passo della seconda stella. Non dobbiamo quindi dimenticare che – sempre sulla carta – i cantieri di Milan e Juventus non sono poi così lontani dalle sicurezze atalantine.

Fin qui le certezze. L’allenatore in sella da nove anni e un gruppo consolidato, ovvero leggere alla voce impianto di gioco. Oltre all’ondata di entusiasmo portata dallo storico successo in Europa League. Ma se nella competizioni ad eliminazione diretta i bergamaschi hanno dimostrato di saper arrivare in fondo (il pregresso parla di due finali di Coppa Italia e delle semifinali di Champions svanite nell’estate 2020 per pochi minuti), una corsa a tappe come il campionato richiede dinamiche totalmente diverse.

Fare il salto di qualità

Tra l’Atalanta e la questione scudetto potrebbe esserci di mezzo un discorso di continuità. I venticinque punti di distacco dalla stessa Inter nella scorsa stagione si possono infatti spiegare anche nei cicli che hanno visto Ruggeri e soci perdere due volte nel primo mese e in quattro occasioni tra novembre e dicembre. Senza dimenticare le tre sconfitte in trenta giorni di marzo e aprile. Troppi alti e bassi, statistiche confermate anche guardando al 2022/23. Ovvero quando alla partenza a razzo seguirono due periodi nerissimi: tre punti su quindici tra ottobre e novembre e quattro su diciotto nel segmento febbraio-marzo.

Disturbo cronico, se pensiamo alla partenza da film dell’orrore della prima stagione “da terzo posto”. Correva l’anno 2018/19 e l’Atalanta (che oggi sogna lo scudetto) vinse all’esordio ma fino all’ottava infilò tre soli pareggi. Il salto di qualità degli uomini di Gasperini più che dalle gambe e dai piedi passerà dalla loro testa: raggiungere una certa mentalità, ovvero ottenere costanza nei risultati, potrebbe davvero fare la differenza in positivo. Tra il rimanere una, pur nobilissima, provinciale e mettersi al contrario il vestito più bello. Difficile, certo. Ma come insegna la storia – anche recente – non impossibile.

Marco Battistini

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