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Italia-Svizzera, cala il sipario su una Nazionale imbarazzante

by Marco Battistini
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Roma, 30 giu – Testa, gambe, piede, palle. È mancato tutto ieri pomeriggio alla Nazionale, eliminata nel peggiore dei modi agli ottavi di Euro 2024. Italia-Svizzera finisce 2-0 per i nostri avversari. Elvetici avanti senza troppa fatica, gli azzurri lasciano la terra tedesca con una prestazione imbarazzante, probabilmente la peggiore dell’ultimo quarto di secolo. Ma andiamo con ordine.

Encefalogramma piatto

Partiamo, ovviamente, dalla partita. Spalletti opera l’ennesimo ribaltone nello schema e negli uomini. Ma cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia: quarto approccio alla gara completamente sbagliato e selezione elvetica che detta i tempi di gioco. Istantanea significativa intorno alla mezz’ora: il possesso palla svizzero (62%), che fino ad allora aveva prodotto otto tiri verso la porta – a uno – al nono tentativo centra il bersaglio grosso.

E purtroppo per noi la nostra difesa sulla rete di Freuler ricorda una vecchia pubblicità di una nota marca di tonno. Quella che per intenderci si taglia con un grissino. Encefalogramma piatto, di una (anche flebile) reazione manco l’ombra. Anzi il film dell’orrore azzurro continua nella seconda frazione e bastano pochi secondi per il raddoppio delle maglie rosse. Italia-Svizzera praticamente finisce qui, tanto che sembrano pure casuali i due pali – su rimpallo di Schar e l’occasione di Scamacca – colpiti dagli azzurri. 

Italia-Svizzera, il punto più basso?

Tra pochi giorni uno dei ricordi più dolci della storia recente (la finale mondiale del 9 luglio 2006, ça va sans dire) diventerà maggiorenne. Ecco il secondo fermo immagine di questo nefasto Italia-Svizzera ce lo regala la Rai al minuto ottantuno. Ovvero quando le telecamere inquadrano il volto pietrificato di Marco Materazzi, eroe nel medesimo stadio di quella magica nottata berlinese.

Una Nazionale sicuramente meno forte della compagine transalpina ma con più bava alla bocca rispetto a Zidane e soci. Ora, far paragoni così castranti potrebbe servire davvero a poco. Ma chi scrive davvero non ricorda un’uscita tanto disonorevole. Peggio di Corea 2002 – leggere alla voce Byron Moreno – o di Euro 2004 (al netto del probabile biscotto cucinato in Portogallo da cuochi scandinavi). Ma anche delle mancate spedizioni iridate 2018 e 2022: vorrei ma non posso, contro Svezia e Macedonia la prestazione – almeno quella – c’è stata.

I limiti li conosciamo…

Abbiamo toccato per l’ennesima volta il fondo. Un nuovo punto più basso: attenzione, si può ancora scendere. Perché se le premesse sono un cittì che antepone la teoria al materiale umano a disposizione e se lo spirito di quest’ultimo – nessuno escluso – dev’essere quello di Italia-Svizzera diventa superflua pure la questione del far-giocare-gli-italiani-in-campionato.  

“I limiti li conosciamo, la grinta la pretendiamo”, verrebbe da dire rispolverando un vecchio ma attualissimo striscione della tifoseria cesenate. Con nove campioni d’Europa in carica nella rosa e diversi giocatori che hanno giocato finali di Champions e di Europa League si deve pretendere molto di più di quanto visto in queste settimane. Ai nastri di partenza di Euro 2024 eravamo la quarta squadra più giovane. Cosa serve? Riappropriarsi al più presto delle storiche certezze e capire che questa volta non si può rifondare. Bisogna solo risalire.

Marco Battistini

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