Era stato uno degli effetti positivi del confinamento a cui siamo stati costretti tra marzo e aprile: riduzione dell’inquinamento ambientale e – in maniera forse meno “pubblicizzata” – di quello acustico, prodotto dal frastuono quotidiano a cui siamo esposti nelle nostre città e, spesso, nelle nostre stesse case.
Si riaprono le porte di casa, torna il frastuono
Tuttavia, al termine del lockdown le cose sono tornate alla normalità abbastanza velocemente, in questo ambito: traffico automobilistico, urla e schiamazzi di persone in giro (anche di notte, nelle zone di movida), aerei di nuovo in movimento e così via sono solo alcuni dei rumori che infastidiscono le nostre vite e che, in molti casi, possono creare danni anche gravi alla salute.
Le conseguenze sulla salute
Secondo gli esperti, l’esposizione al rumore provoca innanzitutto una serie di fastidi quali l’ansia, il mal di testa, disturbi del sonno, depressione e aumento dell’aggressività, ma in linea di massima genera uno stato di allerta continua, in cui ogni piccolo suono fastidioso in più contribuisce ad aumentare l’ansia e i disturbi, fino a sfociare in vere e proprie patologie.
Come ridurre l’inquinamento acustico
Il tema è stato al centro di numerose iniziative nel corso degli ultimi anni, che però si sono nella maggior parte dei casi limitate a suggerire sistemi per ridurre l’impatto del rumore, non potendo risolvere a monte il problema. Molto banalmente, azzerare completamente il suono delle auto sulle arterie stradali, l’uso del clacson, il vocio delle persone eccetera è praticamente impossibile, e quindi possiamo solo cercare di proteggere noi stessi e gli spazi in cui viviamo.
In questo senso, la soluzione più pratica è rappresentata dall’installazione di finestre appositamente realizzate per garantire la massima efficienza nel contrasto all’inquinamento acustico, come quelle brevettate da finestreantirumore.it, che isolano gli interni domestici dal rumore esterno, dalla pioggia e dal vento.
Le soluzioni per le città
Se questo è un consiglio pratico sul versante privato, per quanto riguarda le soluzioni per tutta la città ci viene incontro l’urbanismo, e in particolare l’approccio del soundscape e le tecniche di soundscaping – il cosiddetto design del rumore – pensati appunto per rendere l’ambiente esterno più vivibile per i cittadini.
Le applicazioni sono molteplici e mirano a rendere le città sonoramente più piacevoli: ricordiamo ad esempio il soundmasking (ovvero il mascheramento del suono) o la sound distraction (inserimento di suoni gradevoli nell’ambiente per distrarre dai rumori), che si attuano con l’aggiunta di giochi d’acqua, fontane, aree verdi o vere e proprie barriere del rumore, che aiutano ad attutire gli effetti del rumore sulle nostre vita.
Riduzione del rumore in Francia
Ma l’impatto maggiore è arrivato dal lockdown, come confermano le ricerche del centro del rumore francese Acoucité, che ha constatato una riduzione elevata di frastuoni in tutte le città della Francia. Nello specifico, nelle settimane di restrizione massima alle uscite nelle zone meridionali del Paese il rumore è calato tra i 4 e i 6 dB, ovvero di una quota pari al 60-75% rispetto a quella abitudinaria, mentre nella sola Parigi il calo è stato di 7/8 decibel nelle prime sei settimane di lockdown, per poi arrivare a -6 e -5 db nelle ultime due settimane.