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Zuckerberg cita Il Padrino per minacciare la senatrice anti-Facebook: “Ai materassi”

by Cristina Gauri
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Roma, 2 ott – Chi sono i nemici di Zuckerberg? Lui lo ha ben chiaro. Ne ha fatto un lungo elenco, in una conversazione di quasi due ore con i suoi dipendenti più stretti, un botta e risposta di 120 minuti in cui il Ceo di Facebook ha indicato chiaramente chi sono i target pericolosi per l’azienda, da attenzionare ed eventualmente mettere mediaticamente ko: giornalistici, critici, politici. Sulla carta si è trattato di un incontro a porte chiuse. Purtroppo per Zuck, invece, qualcuno ha registrato la riunione e ha girato il file audio a The Verge, che ha pubblicato l’intera conversazione.

La minaccia Warren

E tra gli attacchi ne spicca uno di particolare intensità e importanza: quello alla senatrice americana Elizabeth Ann Warren, una delle candidate più favorite tra i dem per la sfida a Trump nel 2020. “Minaccia la nostra esistenza”, ha detto Zuckerberg. Warren, 69 anni, è stata eletta nel 2013 in Massachusetts. Lo scorso marzo pubblicò su Facebook un suo manifesto per lo “spacchettamento” dei colossi tecnologici per limitarne lo strapotere, e lo sponsorizzò.: “Tre società – si leggeva nel post – hanno un enorme potere sulla nostra economia e sulla nostra democrazia. Facebook, Amazon e Google. Le usiamo tutti. Ma nella loro ascesa al potere, hanno demolito la concorrenza, usato le nostre informazioni private a scopo di lucro e inclinato il campo di gioco a loro favore. È tempo di fare a pezzi le grandi compagnie in modo che non abbiano così tanto potere”. Il post fece grande clamore ed ebbe un’enorme risonanza. La mannaia censoria di Zuckerberg non tardò a calare sulla Warren, bloccando le inserzioni pubblicitarie dalla pagina ufficiale della senatrice. Per poi ritornare sui propri passi.

Citando Il Padrino

Nell’audio rubato al Ceo di Facebook si sente: “[La Warren] crede che si debba fare lo spezzatino delle aziende… scommetto che se fosse eletta avremo una causa legale, e che la vinceremo”. E prosegue: “Sarebbe comunque una rogna per noi? Beh, sì. Intesi, io non voglio avere contese legali con il nostro governo, ma… se qualcuno pone una minaccia che in qualche modo riguarda la nostra esistenza, bene, si va ai materassi e si combatte“, ha aggiunto Zuckerberg citando addirittura una celebre frase tratta da Il Padrino.

Lo spacchettamento

Nessuna pietà, quindi, per i nemici che attentano allo strapotere del colosso social. Come la Warren, che mira a spezzare i monopoli del web come Facebook, Amazon e Google, – big companies diventate così grandi da minacciare la sovranità dei singoli Stati e la libertà di informazione -, dividendoli in società più piccole una volta superata la soglia dei 25 miliardi di fatturato. Amazon verrebbe così scisso dal suo Marketplace, Google dalle attività come Ad Exchange, Facebook da WhatsApp e da Instagram. Inoltre vi sarebbe divieto di ulteriori acquisizioni. La Warren non si è scomposta dopo aver appreso le parole del fondatore di Facebook: “La vera rogna sarebbe non aggiustare un sistema corrotto che permette ai giganti tecnologici come Facebook di attuare pratiche competitive illegali, calpestare i diritti alla privacy dei consumatori e eludere ripetutamente la loro responsabilità di proteggere la nostra democrazia”.

Cristina Gauri

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