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Volkswagen licenzia? Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, cari tedeschi

by Aurelio Del Monte
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Roma, 4 set – Volkswagen licenzia o almeno valuta di farlo davvero: noi lo avevamo previsto anni fa e lo stavamo già documentando. Una situazione che riflette – seppur parzialmente – il difficile stato dell’economia tedesca attuale, ma soprattutto le follie green che colpiscono proprio il Paese che, un tempo, era la guida di questa sciancata Unione europea: la Germania.

Volkswagen, stabilimenti e posti di lavoro a rischio

È la prima volta nella storia che Volkswagen valuta la chiusura di alcuni suoi stabilimenti in Germania. Il motivo è, come accennavamo, da ricercarsi nei costi di produzione delle auto elettriche. Non solo: a rischio sarebbero anche i posti di lavoro di ben 110mila dipendenti (i 30mila di tre anni fa, al confronto, suonano quasi come una barzelletta), per i quali il patto di salvaguardia potrebbe non reggere, come riportato sia da Bloomberg che da Handelsblatt, secondo la quale il gruppo “sta intensificando le sue misure di austerità e vuole anche ridurre massicciamente i costi del personale”. “Come annunciato oggi dal consiglio direttivo guidato dal Ceo Oliver Blume in occasione di un evento manageriale, l’azienda sta pianificando un pacchetto di misure che probabilmente causeranno forti sconvolgimenti tra i dipendenti” e “gli accordi sulla sicurezza del lavoro e sugli stabilimenti in Germania sono in a rischio”, si legge.

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso

Verrebbe anche da citare l’altrettanto popolare “il tempo è galantuomo”, a guidicare dal Pil in caduta libera della Germania nel 2023 e anche nei primi due trimestri del 2024. Ma, in generale, il faro dell’Ue – insieme alla Francia – paga il fatto che proprio la “sua” creatura ora gli si rivolta contro. Dapprima con questioni di spesa – aggirate abilmente “alla francese”, quanto meno come ispirazione, durante il Covid – ora con una recessione che sembra inarrestabile e ancora di più con delle politiche green che si preparano a mettere in ginocchio sia chi sta peggio (l’Italia) che chi ancora dice la sua (l’area teutonica, appunto). O che per lo meno ha detto la sua fino a poco tempo fa. Buona fortuna, Germania, la tua Ue è una legge del contrappasso formidabile. E sarà interessante vedere cosa accadrà nei prossimi anni.

Aurelio Del Monte

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