Gardone Riviera, 6 mar – Proseguiamo il nostro viaggio nelle meraviglie del Vittoriale degli Italiani per ricordare la grandezza di Gabriele D’Annunzio: questa volta ripercorreremo gli splendori ubicati all’esterno della residenza.
D’Annunzio, dopo aver arredato la Prioria, pensò di realizzare un museo che celebrasse l’eroismo suo e le imprese del popolo italiano nella guerra del 1915-1918: questo suo desiderio tuttavia è stato realizzato nel 2000 quando gli spazi di Schifamondo, sono stati effettivamente aperti al grande pubblico valorizzando così il ricco e prezioso patrimonio storico legato all’esperienza militare di Gabriele d’Annunzio e alle grandi imprese che lo videro protagonista: il Volo su Vienna, la Beffa di Buccari, l’impresa delle bocche di Cattaro e la grande epopea fiumana.
Schifamondo è l’edificio destinato a diventare la nuova residenza del poeta, ma che non era ancora ultimato al momento della sua morte nel 1938: il nome, ispirato da un passo di Guittone d’Arezzo e dalla residenza rinascimentale di palazzo Schifanoia degli Estensi di Ferrara, manifesta il desiderio di isolamento del poeta.
L’edificio venne concepito dall’architetto Giancarlo Maroni come l’interno di un transatlantico: finestre come oblò, vetrate alabastrine, ambienti rivestiti in boiserie di legno, corridoi alti e stretti e uno studio del tutto simile al ponte di comando di una nave, con decorazioni déco.
Schifamondo comprende anche l’auditorium con una platea per duecento persone, utilizzato anche per convegni e manifestazioni ed alla cupola è appeso, in modo davvero suggestivo, l’ aereo Ansaldo S.V.A. del celebre volo su Vienna. Negli spazi dell’auditorium è possibile vedere inoltre due piccole mostre fotografiche permanenti sulla vita di Gabriele d’Annunzio, sulla costruzione del Vittoriale e l’Omaggio a d’Annunzio, una mostra di artisti contemporanei che a d’Annunzio si sono ispirati: fra questi Giorgio De Chirico e Mario Pompei . Proseguendo dalla piazzetta Dalmata si invece sale al Parco attraverso il viale di Aligi che prende il nome dal personaggio dell’opera teatrale “La figlia di Iorio”: nel 1927 questa tragedia fu messa in scena proprio nel Parco del Vittoriale.
La sommità del Vittoriale è occupata infatti dal Mausoleo, monumento funebre realizzato dal Maroni dopo la morte di d’Annunzio: il monumento è ispirato ai tumuli funerari di tradizione etrusco-romana ed è costituito da tre gironi in marmo botticino a rappresentare le vittorie degli Umili, degli Artieri e degli Eroi. Al centro della spianata superiore è collocata la sepoltura di d’Annunzio e intorno le arche di nove fra eroi e legionari fiumani cari al poeta fra cui Guido Keller, Giuseppe Piffer, Ernesto Cabruna, Asso, Conci, Locatelli, Bacula, Siviero, Gottardo e lo stesso Gian Carlo Maroni.
Nei pressi del Mausoleo vi è anche l’hangar che ospita il MAS 96 a bordo del quale d’Annunzio con Luigi Rizzo e Costanzo Ciano partecipò alla Beffa di Buccari: all’esterno, sull’edificio compare l’acronimo Memento audere semper che riproduce il famosissimo motto latino coniato da d’Annunzio.
Sotto il colle mastio è collocata invece la splendida nave militare Puglia, forse il più suggestivo cimelio del Vittoriale. La nave, sulla quale trovò la morte Tommaso Gulli nelle acque di Spalato, fu donata a d’Annunzio dalla Marina Militare nel 1923. La prua, simbolicamente rivolta verso l’Adriatico e la Dalmazia, fu adornata da una polena raffigurante una Vittoria scolpita da Renato Brozzi.
Nel sottoscafo della nave, dal 2002, è stato allestito il Museo di Bordo che raccoglie alcuni preziosi modelli d’epoca di navi da guerra della collezione di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta.
Assolutamente meravigliosi sono i giardini nei quali i gioielli monumentali sono incastonati: oltrepassato un architrave in pietra sormontato da una Venere acefala e la scritta rossa Rosam cape, spinam cave, (cogli la rosa, ma stai attento alla spina), si arriva a un boschetto di magnolie al centro del quale si trova l’Arengo: questo è il luogo simbolico dove d’Annunzio riuniva i fedeli fiumani per cerimonie commemorative. Un alto scranno, quasi un trono, e sedili in pietra sono collocati intorno alla Colonna del giuramento, dal capitello bizantino; fuori dal recinto dei sedili si ergono diciassette colonne simboleggianti le diciassette vittorie di guerra. La colonna raffigurante la vittoria della Battaglia di Caporetto è quella più scura e reca sulla sommità un’urna contenente terra del Carso. Unica statua, qui, la Vittoria in bronzo di Napoleone Martinuzzi, coronata di spine e con il motto: Et haec spinas amat Victoria.
Scendendo le terrazze verso il lago si incontra la limonaia con il Belvedere e più sotto la tomba di Renata, la sirenetta, figlia di d’Annunzio e protagonista del Notturno. Proseguendo, in prossimità di un gruppo di cipressi, si arriva al cimitero dei cani e al frutteto al centro del quale su di un’alta colonna è collocata la Canefora di Martinuzzi, una grande statua di bronzo raffigurante una donna accosciata che porta sul capo un canestro di frutti.
Infine nel 2010 viene, nel grande spazio espositivo del sotto-teatro, inaugurato il Museo D’Annunzio Segreto che raccoglie quanto sino ad ora era rimasto sconosciuto al grande pubblico poiché chiuso negli armadi e nei cassetti della Prioria: i vestiti del Vate, le scarpe e gli stivali, la biancheria, le vesti appositamente fatte confezionare da d’Annunzio per le sue donne, i collari dei cani, gli oggetti da scrivania, il vasellame da tavola, i gioielli.
Un’intera sezione è dedicata alle eleganti valigie, alle cappelliere e ai bauli a incastro. Le gigantografie del poeta alla Capponcina o nel Parco del Vittoriale, le immagini di alcune fra le sue più note amanti, le lettere d’amore, i tessuti che arredano le stanze della Prioria, vestono l’emiciclo e le undici colonne della sala espositiva.
All’ingresso sei schermi trasmettono filmati d’epoca dell’Istituto Luce: il museo D’Annunzio Segreto perciò rappresenta dunque un incontro ravvicinato, intimo con il mondo quotidiano di Gabriele D’Annunzio nel suo stile di vita inimitabile e raffinatissimo.
Che altro aggiungere: la primavera è alle porte. Non possiamo far altro che onorare il ricordo di questo illustre protagonista della nostra storia con un viaggio nella bellezza da lui concepita e a noi donata per sempre.
Vanessa Bori