Roma, 22 mar – Costretto a 17 ore di videogiochi consecutive senza dormire. La bizzarra punizione arriva da un padre cinese, come riportato da Tgcom24.
Videogiochi senza dormire in Cina: così un padre punisce il figlio
“A letto senza cena”, si ricorderà tra le più “tradizionali” delle punizioni ai ragazzini. I tempi a quanto pare cambiano, e il contesto cinese mostra situazioni quanto meno grottesche. È uno di quei casi, quello appunto cinese, di un padre che sorprende il figlio di 11 anni ad usare lo smartphone a letto contro i divieti prescritti. La pena però è singolare: 17 ore consecutive senza dormire, per aver trascorso troppo tempo davanti allo schermo. Videogiochi “fino a vomitare”, secondo la stampa locale, e dopo il giorno intero – o quasi – senza riposo, il bambino avrebbe implorato il perdono del padre. Punire con i videogiochi, in Cina, potrebbe diventare perfino una stramba moda.
La lettera del bambino
“Mio padre l’ha scoperto, poi mi ha punito costringendomi a giocare fino a vomitare“, si legge nella letter scritta online. Il bambino racconta di come il genitore l’abbia svegliato ripetutamente durante la lunga notte e ha poi aggiunto: “Prometto che andrò a letto prima delle 11. Prometto di non giocare allo smartphone prima di andare a letto e di non giocare con i giocattoli”. Il padre, a quanto pare, avrebbe ridotto la punizione dopo le lacrime del figlio. Huang, questo il nome dell’uomo, ritiene che il suo metodo si sia rivelato efficace, ma non lo consiglia ad altri genitori. Sui social network c’è chi ritiene la punizione troppo severa, altri la pensano in modo contrario. Quel che è certo è che, al netto del relativismo folle che vive nella nostra epoca, ogni tanto i contesti cambino il peso delle percezioni: qualsiasi cosa, perfino un gioco, se imposto con la forza e per tempi lunghissimi, può diventare una prigione.
Alberto Celletti