Roma, 11 mar – Sono passati vent’anni dalla legge che istituì la Giorno del Ricordo, nell’ormai lontano marzo 2004. Così il Comitato 10 febbraio prepara i festeggiamenti, previsti per il 17 marzo a Jesolo. L’importante anniversario era stato da noi affrontato anche con il presidente Silvano Olmi proprio alla vigilia del 10 febbraio.
Legge sul Ricordo, vent’anni di dignità
Di seguito il comunicato del Comitato:
Si terrà a Jesolo (VE) domenica 17 marzo un convegno in occasione del ventennale della Legge 92 del 2004, istitutiva del Giorno del Ricordo che si celebra il 10 febbraio di ogni anno. L’annuncio è stato dato ieri mattina a Venezia, nella sala stampa di Palazzo Fini, sede della Regione Veneto, durante un incontro promosso da Lucas Pavanetto, consigliere regionale e presidente del consiglio comunale di Jesolo, città che ospiterà l’evento.
Il convegno, intitolato “È Viva l’Italia che non ha dimenticato”, “servirà a ripercorrere l’iter di approvazione della legge, la sua attuazione e le prospettive future, l’impatto che ha avuto in Italia nel ricordare la tragedia delle foibe e il dramma degli Esuli”, ha affermato Silvano Olmi, presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio, sodalizio promotore dell’evento. “Una legge importante per la memoria storica nazionale per la quale dobbiamo ringraziare il primo firmatario, Roberto Menia, parlamentare che ancora oggi prosegue l’importante opera di divulgazione di quanto accadde al confine orientale d’Italia”.
Sono stati invitati a partecipare al convegno di Jesolo rappresentanti del Governo nazionale, degli Enti Locali del Veneto, delle associazioni degli Esuli e dei sodalizi militari. Il programma dei lavori e il nome dei relatori saranno resi noti nei prossimi giorni.
Per l’evento sono stati richiesti i patrocini del Ministero della Cultura, della Regione Veneto, della Città Metropolitana di Venezia e del Comune di Jesolo.
Una questione ancora non chiusa
La legge sul Ricordo e il Giorno celebrato ogni anno sono realtà ormai consolidate, che raccolgono sempre più celebranti ed adesioni in tutta Italia, così come di iscritti al Comitato 10 febbraio. Il problema è che sul tema ancora non esiste una pacificazione serena, che metta in primo piano la morte e la deportazione che sconvolsero tante famiglie di istriani e giuliano dalmati in quel tragico anno finale di guerra (ma non solo). Ecco perché “È viva l’Italia che non ha dimenticato” rappresenta un appuntamento essenziale per chiunque voglia tramandare alle generazioni presenti e future un dramma nazionale le cui ferite non si sono mai rimarginate e, probabilmente, non lo faranno mai.