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Vandalizzata (di nuovo) la tomba dei militi della Rsi uccisi dai partigiani a Rovetta

by Lorenzo Zuppini
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Rovetta, 19 ott – Non c’è pace per i 43 Militi della prima Divisione d’assalto «M» della Legione Tagliamento, uccisi dai partigiani il 28 aprile del 1945 a Rovetta. La croce posta sulla tomba in loro memoria al cimitero del piccolo centro della Val Seriana, in provincia di Bergamo , è stata vandalizzata nella notte tra venerdì e sabato. E non è la prima volta.
A essere particolarmente presi di mira da ignoti sono stati il volto di Benito Mussolini, l’aquila romana fascista, il fascio littorio e le bandiere della Legione e della RSI. Praticamente impossibile risalire a chi abbia commesso il gesto, poiché nel sistema di video sorveglianza del Comune non sono presenti telecamere all’interno del cimitero. L’unica speranza di risalire agli autori sono le immagini delle altre telecamere, che inquadrano il vicino incrocio e l’accesso al parcheggio del parco giochi e del cimitero. Ad accorgersi del raid è stato un agente della polizia locale, che ha segnalato l’episodio ai carabinieri di Clusone, competenti per territorio.
Quella lapide a Rovetta è un simbolo importante. Il 28 aprile del 1945 in Paese arrivò un gruppo di partigiani che prelevarono i militi da una scuola e li scortarono presso il cimitero del paese, dove vennero organizzati due plotoni d’esecuzione e 43 dei prigionieri, di età compresa dai 15 ai 22 anni, vennero fucilati. Il ventenne Giuseppe Mancini, prima di essere ucciso, per ultimo, fu costretto ad assistere alla fucilazione di tutti i suoi camerati, in quanto i partigiani scoprirono essere figlio di Edvige Mussolini, sorella di Benito. Dopo la strage, nel 1946, venne aperto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo aprì un procedimento penale, che si concluse nel 1951 con una sentenza che stabilì di non dover procedere contro gli imputati, definendo questa esecuzione sommaria non un crimine, ma un’azione di guerra poiché ufficialmente l’occupazione nel territorio bergamasco cessò il 1º maggio 1945.
Proprio fuori dal cimitero una targa ricorda i 43 martiri e ogni anno nel mese di maggio il Comitato onoranza Caduti si ritrova per una commemorazione di quello che a Rovetta chiamano giustamente l’eccidio. Periodicamente il luogo viene vandalizzato: nel 2009 venne demolita a colpi di martello la targa in memoria posta all’esterno del cimitero, proprio nel luogo dove avvenne la fucilazione. L’anno seguente un finto ordigno esplosivo fu piazzato in corrispondenza della lapide commemorativa. Altri episodi nel 2012, 2013 e 2016. Una situazione che anche il sindaco Stefano Savoldelli condanna: “Al cimitero deve regnare il rispetto per i morti e per i simboli funebri. Ogni atto di danneggiamento è da biasimare”.
Anna Pedri

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1 commento

Fabrizio 20 Ottobre 2018 - 7:20

I BASTARDI sanno solo comportarsi vigliaccamente. I partigiani di oggi sono come i partigiani di ieri.

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